Nel terzo settore si lavora sempre più spesso gratis oppure a percentuale.
Mi dispiace davvero tanto dover verificare che, di fronte alla necessità di dotarsi di persone altamente qualificate nel settore della raccolta fondi e della comunicazione, molte associazioni emergenti offrano compensi a percentuale.
Il caso tipico è quello di una realtà molto promettente ma che in cassa non ha nulla.
E che per sopravvivere, non essendo più sufficienti i fondi recuperati attraverso convenzioni o progettazioni, decide di avviare la creazione di una struttura (interna o esterna non si capisce) che dovrà cercare da sola i soldi per pagarsi lo stipendio.
Questa è una follia.
E mi da il voltastomaco perché manifesta un comportamento così poco etico da parte di un'associazione no profit, per definizione a fianco dei più deboli, che non si preoccupa minimamente del danno reputazionale che ne potrebbe venir fuori.
Perché, in fondo, il terzo settore giustifica molti comportamenti scorretti con il perseguimento di un fine nobile in base al quale il fine giustifica il mezzo.
Le modalità di sfruttamento o di disinteresse per la filiera produttiva a valle delle sue commissioni (spesso milionarie) sono in tutto simili a quelle tanto spesso rinfacciate al mondo profit.
"Però noi lo facciamo per una buona causa", quante volte l'ho sentito dire.
NO.
E lo dico con
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Campagna di comunicazione di ASSIF contro il lavoro a % nella raccolta fondi |
Mi dispiace davvero tanto dover verificare che, di fronte alla necessità di dotarsi di persone altamente qualificate nel settore della raccolta fondi e della comunicazione, molte associazioni emergenti offrano compensi a percentuale.
Il caso tipico è quello di una realtà molto promettente ma che in cassa non ha nulla.
E che per sopravvivere, non essendo più sufficienti i fondi recuperati attraverso convenzioni o progettazioni, decide di avviare la creazione di una struttura (interna o esterna non si capisce) che dovrà cercare da sola i soldi per pagarsi lo stipendio.
Questa è una follia.
E mi da il voltastomaco perché manifesta un comportamento così poco etico da parte di un'associazione no profit, per definizione a fianco dei più deboli, che non si preoccupa minimamente del danno reputazionale che ne potrebbe venir fuori.
Perché, in fondo, il terzo settore giustifica molti comportamenti scorretti con il perseguimento di un fine nobile in base al quale il fine giustifica il mezzo.
Le modalità di sfruttamento o di disinteresse per la filiera produttiva a valle delle sue commissioni (spesso milionarie) sono in tutto simili a quelle tanto spesso rinfacciate al mondo profit.
"Però noi lo facciamo per una buona causa", quante volte l'ho sentito dire.
NO.
E lo dico con
- le parole del mio mentore assoluto: Valerio Melandri: qui il link ad un suo documento.
- con questa vecchia campagna per dire non al lavoro a % nella raccolta fondi di ASSIF: io non lavoro a percentuale
- con le FAQ della Scuola Romana di FR: qui
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