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da lastampa.it |
Forse è proprio questo che ci da fastidio: il loro sorriso,
la loro forza di vivere e soprattutto la loro voglia di vivere.
Forse è solo invidia per chi sta cercando, e se è sbarcato
ci è quasi riuscito, di rifarsi una vita.
Certe volte "farsi una
vita", visto che alcuni nascono nelle navi della marina militare italiana,
e sono lì a ricordarci quanto sia grande il mistero della vita.
Si, ci devono stare proprio sui coglioni questi che quasi
quasi ce la fanno.
E allora ZAC gli tagliamo le gambe e quello che può essere
un paradiso (loro, per lo meno, in gran parte credono che lo sia) riusciamo a distruggerlo e a farlo diventare
un inferno.
Baracche, prostituzione, sfruttamento...cosa li aspetta in verità?
Solo la speranza di andare ancora più in là, spostarsi ancora, raggiungere la Svezia o l'America.
Qui per loro già facciamo troppo: li salviamo invece di lasciarli annegare.
Il nostro cuore si è impietrito; siamo disumanizzati di fronte al dolore troppo spesso spettacolarizzato.
Orrore, la loro felicità ci fa orrore.
Siamo oltre l'esperienza dell'egoismo, siamo oltre l'esperienza del disinteresse, siamo niente di fronte alla loro forza di vivere.
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