Il destino delle città museo a cielo aperto

Venezia e San Gimignano sono due esempi di città storiche italiane destinate ad un lento ed ineluttabile declino. Ci metto anche Bruges, in Belgio, destinata alla medesima sorte, ma forse in uno stato già più avanzato.

Non in termini di bellezza, sono tutte nel loro genere ineguagliabili; mi riferisco alla possibilità di continuare a viverci con una certa normalità.

Vicoli e vicoletti sono pieni di negozi di souvenir; strade troppo affollate: se non sai dove è un monumento basta accodarsi a qualche gruppo o alla scia che si forma lungo i percorsi più battuti;  prezzi da capogiro; cinesate mescolate a prodotti artigianali di qualità che il turista non riesce a distinguere e ad apprezzare; cibi da strada; ristoranti costosissimi e qualità delle pietanze discutibile.
Ma siamo a Venezia, siamo nel cuore della Toscana: tutto è perdonabile. Ci si viene almeno una volta nella vita e non si bada a niente: il ricordo, identico per tutti nelle identiche foto scattate negli stessi luoghi, deve corrispondere al cliché. Che è uno solo: bellezza allo stato puro; alla ricerca della sindrome di Sthendal.

Supermercati difficilmente raggiungibili.
Pedonalizzazione forzata dall'acqua in un caso, voluta per esigenze turistiche e di conservazione del patrimonio nell'altro caso.

Centri storici abbandonati dai residenti (salvo poi pentirsene quando oramai è troppo tardi) e presi d'assalto da alberghi, seconde case vuote per 11 mesi l'anno, acquistate da russi, americani e ricconi di varia provenienza.
Musei a cielo aperto.
La sera è tutto buio, i ristoranti chiudono presto, la città è vuota. Spenta.
Si rianima intorno alle 10 con l'arrivo dei nuovi turisti.
Prezzi di soggiorno esorbitanti, che inducono a visite giornaliere e quindi al peggiore dei turismi: quello mordi e fuggi.

Luoghi meravigliosi, immutati nei secoli ed immutabili nel futuro; chi vede Venezia oggi la vede come l'avrebbe vista nel '700 (più o meno); chi passeggia per San Gimignano vede la magnificenza delle torri come nel passato.
Poi i restauri: forse troppo tirata a lucido San Gimignano mentre Venezia è regina nella sua decadenza.

Un peccato: servizi alla persona sempre più costosi, una pensione che non è sufficiente per vivere in una città - Venezia- in cui tutto è trasportato a mano e i prezzi salgono; spostamenti faticosi, quasi sempre a piedi; vaporetti stracolmi di turisti.
Un solo possibile destino: città luoghi di rappresentanza, sede di prestigiose istituzioni, red carpet e festival internazionali, mete di matrimoni very chic e di dichiarazioni appassionate che durano (forse) una vita.

Però, però... io a Venezia mi ci trasferirei anche oggi stesso.

Curiosità:
si narra che la quasi totalità del bilancio di San Gimignano sia coperto dai proventi dei parcheggi pubblici utilizzati dai turisti e dai non residenti. Maggiori servizi per i cittadini? No, il patto di stabilità impedisce di utilizzare gli svariati milioni di euro accantonati dall'amministrazione.

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