Concorso pubblico: perché in Italia non si sa mai

In Italia è così: partecipa, non si sa mai.
-Ma sono tutti interni, che partecipo a fare?
-Ma tu partecipa, non si sa mai. Magari chi vince non accetta e la graduatoria slitta. E poi magari assumeranno più persone di quelle inizialmente previste. Tu fai un buon scritto e poi un bell'orale.

Il concorso pubblico è un'esperienza kafkiana da cui non si riesce ad uscire.
Un percorso senza fine che porta solo all'annullamento della persona, alla sua umiliazione laddove sia una persona preparata.
Un procedimento senza senso che seleziona solo i peggiori: quelli che arrivano alla fine sono (o sono diventati) dei pungiball che hanno dimostrato di poter resistere e sopportare qualsiasi cosa.
L'attesa.
L'inerzia.
Il caso.
Così la PA si arricchisce di talenti.

E poi gli argomenti di esame. Si leggono perle di sapienza quali
"diritto amministrativo, strumenti e tecniche di comunicazione"
E che significa?
"Diritto amministrativo" cosa significa?
"Strumenti e tecniche della comunicazione", ma cosa significa?
Sono argomenti vaghi, tutto e niente, non delimitati, ideati solo per mettere in difficoltà il candidato e aiutare chi deve essere aiutato. Non si selezionano i migliori in questo modo.

Ma tu ci provi, non si sa mai. Magari qualcuno rinuncia. Magari non si presentano. Magari.


Commenti

  1. Dopo aver studiato mesi per il concorso ai musei comunali e un anno e mezzo per quello dell'abilitazione, ho chiuso definitivamente con i concorsi, non ci credo più! non è successo niente con quelli riferibili alle mie materie di laurea, figuriamoci con quelli di altro argomento...forse sono stata rinunciataria, però a quanto leggo, la situazione negli anni mi pare pure peggiorata

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