Disostruzione pediatrica: basta poco

"Quanto forti vanno dati i colpi interscapolari?"
"Energici"
"Sì, ma ho un bambino tra le mani...energici quanto?"
"Energici signora, energici"



Si chiama disostruzione pediatrica ed è la tecnica con cui si aiuta il bambino ad espellere un corpo incastrato nelle vie respiratorie. Un pezzetto di prosciutto, una fetta biscottata, un giochino. Qualsiasi cosa.
Il corso dura poco più di un'ora. In rete ci sono migliaia di video e tutorial eppure questa semplice tecnica non è un insegnamento obbligatorio per il personale impiegato nelle scuole.
Eppure questa semplice tecnica non è insegnata nei corsi preparto.
Eppure i bambini a scuola, e in famiglia, muoiono perché nessuno è stato in grado di intervenire.

Le stime della Croce Rossa sono inquietanti: un bambino a settima perde la vita nel nostro Paese perché qualcosa gli è andato di traverso.
Mi sembra esagerato, non ci credo.
Parlo con un operatore di un pronto soccorso pediatrico di Roma.
"Ma sarà vero?"
"Non ha idea di quante volte abbiamo potuto solo constatare la morte del bambino".
Mi basta, non chiedo oltre.

La disostruzione, intendiamoci, non salva sempre la vita. Ci sono casi estremi e maledetti in cui la situazione volge immediatamente al peggio, ma nella stragrande maggioranza di casi si salva una vita. La vita di un bambino.
Non stiamo parlando di rianimazione, ma di un semplice modo di agire al di sopra dei luoghi comuni "lo prendo per i piedi", "gli infilo un dito in bocca" che sì, qualche volta hanno funzionato, ma normalmente peggiorano la situazione provocando delle apnee che generano danni cerebrali.

La Croce Rossa Italiana è da sempre impegnata nella divulgazione di questa tecnica e lo fa gratuitamente.
Chiunque fosse interessato può trovare indicazioni sul loro sito.

Per favore, basta davvero poco.



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