Il quartiere Tuscolano di Roma è famoso per tante cose: ci giravano “Distretto di Polizia – Decimo Tuscolano”; ci sono gli studi di Cinecittà e la casa del Grande Fratello; c’è la parrocchia più grande del mondo, la chiesa del Don Bosco – per lo meno lo era fino a quando non hanno aperto alcune parrocchie limitrofe; è il quartiere più densamente popolato d’Europa: 184.197 abitanti.
Un quartiere
difficile, fatto di palazzine alte 10 o 12 piani, frutto di uno scelleratissimo
piano Fanfani per l’edilizia intensiva e di massa.
Non incontri mai
la stessa persona a meno di non darti un appuntamento. È un quartiere
assolutamente a rischio, per di più – a mio modesto parere, visto che ci ho
vissuto 7 anni- trattato molto male
dalle istituzioni locali.
Ma …
C’è un ma.
Il quartiere sta
a ridosso di uno dei più incredibili gioielli della Roma archeologica: il Parco
degli Acquedotti, parte integrante del Parco Regionale dell’Appia Antica. E un
po’ più giù – stretto tra il quartiere Quadraretto e la via Tuscolana- il parco
sfocia in un’oasi meravigliosa: Torre Fiscale, anch'essa parte del medesimo Parco.
E qui ecco la
nostra storia, e ci vuole assolutamente la foto per raccontarla.
![]() |
Il ristorante |
Questo casale è stato recuperato dal IX
Municipio e, circa un anno fa, dato in gestione ad un’associazione che in cambio mantiene pulita l’area
verde. Qui si affittano biciclette, si organizzano visite guidate, si mangia in un ottimo ristorante, nelle
stalle si possono allestire piccole mostre temporanee.
Fino agli anni '70 fa la situazione era questa: nelle arcate dell'acquedotto gli sfollati avevano costruito delle case: ad ogni arcata corrispondeva una famiglia.
Qui si può vedere la stratificazione delle pavimentazioni.
Non sono molto informata, credo che negli anni '80 le baracche siano state abbattute. Fatto sta che fino 3 anni fa l'area versava nell'abbandono più assoluto: una terra di nessuno in cui tutto poteva accadere.
Fino agli anni '70 fa la situazione era questa: nelle arcate dell'acquedotto gli sfollati avevano costruito delle case: ad ogni arcata corrispondeva una famiglia.
Qui si può vedere la stratificazione delle pavimentazioni.
Non sono molto informata, credo che negli anni '80 le baracche siano state abbattute. Fatto sta che fino 3 anni fa l'area versava nell'abbandono più assoluto: una terra di nessuno in cui tutto poteva accadere.
Parlo con le
ragazze che ora lavorano nel ristorante e mi raccontano che tutto è nato dall’idea di un gruppo
di cittadini che 12 anni fa ha presentato un progetto di riqualificazione. Oggi quei cittadini si sono costituiti in
associazione (associazione Demetra) e hanno preso la gestione del casale.
Certo, l’attesa
di 12 anni è da brivido freddo sulla schiena, ma loro ce l’hanno fatta.
Il quartiere
Tuscolano, visto da qui, è quasi bello.
Commenti
Posta un commento