Turisti a Roma

Roma, Campo dei Fiori in pausa pranzo

Da quando ho ricominciato a lavorare, il 15 aprile, mi capita di fare delle bellissime passeggiate in pausa pranzo.
Adesso che c'è il caldo a quell'ora si trovano solo turisti e in un certo senso mi sento in vacanza pure io.
Tra l'altro, superato ponte Garibaldi, la lingua ufficiale diventa l'inglese.
E capita di dare qualche indicazione.
Fino ad ora ho spiegato ad un gruppo di israeliani come arrivare alla Sinagoga, ma era facile perché stavo in Via Arenula; poi a due turiste americane che volevano fare shopping ho chiesto "Expensive shopping?" e loro "Yes, nice and expensive shopping" e allora le ho mandate al negozio di Dolce e Gabbana (potessi permettermelo io!!); infine ieri l'indicazione più difficile.
Un'anziana coppia francese si trovava in Via Giulia e, con la cartina in mano ma tenuta con l'orientamento sbagliato, mi chiedeva come avrebbero potuto raggiungere il Colosseo ... a piedi!
Con il clima tropicale che li avrebbe stesi in meno di due minuti di camminata, li ho persuasi a prendere quantomeno il tram fino a Piazza Venezia. Credo di aver salvato due vite. Ne vado fiera. O almeno, oggi sul giornale non c'era scritto nulla quindi desumo che siano ancora vivi... 
In generale, però, condividendo la grande battaglia di stile portata avanti da ARFIO Marchini (cercatelo su Facebook, un mito), nell'ordine non sopporto che: 
- a partire da febbraio il turista straniero a Roma vada in giro senza maniche;
- a partire da maggio il turista straniero vada in giro in ciabatte;
- a partire da giugno il turista straniero vada in giro con ciabatte e calzini;
- a partire da sempre il turista straniero a Roma non si metta la crema solare e giri puntualmente ustionato come un pomodoro cotto al forno per le vie della città senza dare alcun segno visibile di dolore e nemmeno di fastidio;
- qualsiasi turista straniero non ci provi nemmeno a parlare in italiano ma dia assolutamente per scontato che tutti siano in grado di esprimersi correttamente in inglese salvo poi gesticolare peggio di noi per far capire che sta cercando "le solette per le scarpe" (ieri, all'Oviesse). 

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