Questa è la promessa che “La Merica” ha fatto agli italiani che sono emigrati nel dopoguerra, ed in particolare la promessa che ha fatto al piccolo Bartolo Valastro negli anni ’50.
Oggi suo figlio,
poco meno di 40 anni, è lo stranoto Boss delle torte: Buddy Bartolo Valastro,
italoamericano orgogliosamente doc.
La sua autobiografia
è una favola di famiglia, e quella promessa risuona nelle 177 pagine come un
giudizio divino.
C’è da meditare:
Buddy figlio non usa mezzi termini per descrivere la povertà assoluta del padre
quando viveva a Lipari. Fame, fame vera, di quella che devi decidere chi far
mangiare tra i tuoi figli perché non ce ne è abbastanza per dividere. Un nonno
che abbandona la famiglia, poi la richiama negli Stati Uniti – precisamente ad
Hoboken dove negli anni si era costituita una nutrita comunità di italiani. E
qui inizia la rimonta.
La comunità
italoamericana lavora sodo e si aiuta; chi è arrivato prima presta
gratuitamente case ai nuovi arrivati, li aiuta ad inserirsi, se non hanno un
mestiere glielo insegnano; tutti si fanno carico di tutti.
C’è da tenere
alto il nome, ci si veste bene, le donne a casa (e nelle imprese di famiglia) e gli uomini a darsi da fare. Ed ecco il risultato: da Carlo's Bakery c'è la fila fin dalle 7 della mattina.
Da panettiere a
pasticcere a miglior pasticcere. Poi le redini traumaticamente passano al piccolo
Boss non ancora 18 enne il quale unisce tradizione ad innovazione: nuovi
macchinari, nuove ricette, industrializzazione dei processi, cake desing. E soprattutto:
un tocco di made in italy.
E se Bartolo
Valastro Senior fosse rimasto in Italia?
Buddy Valastro, “Il
Boss delle torte – storie e ricette della mia famiglia” - Antonio Vallardi Editore, 2012, Milano
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