tag:blogger.com,1999:blog-89190117056068581252024-03-20T16:09:30.212+01:00La realtà è un punto di vistaBlog di storie, interviste, riflessioni, fatti e avvenimentiMarta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.comBlogger63125tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-25601328129540510052024-03-19T12:24:00.010+01:002024-03-19T15:08:54.252+01:00Io sono Alz – la malattia è un serial killer<p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj0clJGqFjusoOhvK0gTw5cPW2MLvF7p7UxeZwkLZIqBQ4RjyAGbH6hDydKaRk8V4yQVpvbr2o2rCdNltiXXMk_OGFbAFzGAgwHrR_ePn2bfLdjd0J5284WgIobDgoVDMNg8-O91RFhi7tGBa0G5qqcoPgKazemjstgto45UD4_-BGZW2gLNf8MIUT5OI/s2048/io-sono-Alz.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1447" height="352" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj0clJGqFjusoOhvK0gTw5cPW2MLvF7p7UxeZwkLZIqBQ4RjyAGbH6hDydKaRk8V4yQVpvbr2o2rCdNltiXXMk_OGFbAFzGAgwHrR_ePn2bfLdjd0J5284WgIobDgoVDMNg8-O91RFhi7tGBa0G5qqcoPgKazemjstgto45UD4_-BGZW2gLNf8MIUT5OI/w248-h352/io-sono-Alz.jpg" width="248" /></a></div><br /><p><br /></p><p>C’è uno psicopatico in scena, si muove con lo sguardo assassino e maneggia un bastone con la testa di anatra. Alz è un protagonista invisibile, invadente, meschino, suggerisce cose da fare e da dire alla sua vittima; architetta situazioni mortificanti e si fa gioco di tutti. Un misto tra <i>Arancia meccanica</i> e <i>Funny games</i> con la differenza che la vittima, in questo caso, è del tutto incosciente del proprio destino. Sanno invece come andrà a finire tutti coloro che le ruotano attorno e ciò provoca grande piacere nel protagonista, un vero godimento. </p><p>C’è la vittima che continua la sua vita immersa in una realtà non reale per gli altri ma verissima per lei. Sembrerebbe felice, bloccata in un passato sereno di cui ripropone alcune situazioni piacevoli, se non fosse che ogni tanto è rapita dalle paure più profonde, non riconosce le persone e si agita perché si tenta di riportarla alla realtà. Ma che cosa è la realtà? È una perfida manipolazione di Alz.</p><p>C’è una donna distrutta dalla fatica che confida nella possibilità di potersi uccidere, se mai toccasse anche lei, e questo fa molto arrabbiare Alz perché gli verrebbe tolta la scena.</p><p>E c’è un personaggio dietro le quinte, l'unico che potrebbe porre fine al divertimento di Alz: è la ricerca scientifica che non ha ancora individuato soluzioni per la malattia di Alzheimer.</p><p>Debora Valentini ha scelto un argomento pesantissimo, che affronta una delle paure più grandi e cioè quella di perdere il controllo di sé stessi, e lo ha portato sul palco del Teatro dei Contrari di Roma rappresentando Alzheimer, il <i>mostro</i>, il <i>bastardo</i>, il <i>maledetto</i> morbo per quello che è: una demenza senile progressiva che distrugge le vite di chi ne è affetto e di chi accudisce. </p><p>La regista si concentra su una delle poche varianti concesse dalla gestione della malattia e cioè sulla scelta di farsi carico dell'accudimento della persona demente senza ricorrere a strutture o aiuti esterni. Una scelta che però condanna ad una routine che non genera miglioramenti e che rende uguali tutti i giorni. Si tratta, nella finzione narrativa, di uno stillicidio orchestrato da Alz per portare chi accudisce al <i>momento topico del "fare testamento"</i> -biologico- considerando la morte un'opzione sia per il malato che per chi teme di ammalarsi. </p><p>Chiunque abbia sperimentato questa malattia si riconosce nei quattro atti che ne rappresentano l’inesorabile decorso. Atto primo: si riducono le stranezze del proprio caro a casi episodici. Atto secondo: si cercano diagnosi, cure, soluzioni. Atto Terzo: la vita di chi accudisce è frantumata. Atto quarto: la morte senza consolazione.</p><p>Non c'è alcun lieto fine. Ed è così che va per tutti. </p><p><br /></p><p><b>Io sono Alz </b> - Scritto e diretto da Debora Valentini (spettacolo della Rassegna di Teatro Sociale Nicola Signorello)</p><p>Alz: Eugenio Montenz</p><p>La madre: Barbara Olivieri</p><p>La figlia: Giorgia Verri</p><p>La nipote: Sharon Levizzari</p><p>La studentessa: Gloria Randisi</p><p>Il medico amico: Pietro Leonardi</p><div><br /></div><div><i style="background-color: white; font-family: Merriweather, Georgia, serif; font-size: 16px;"><span style="font-family: georgia;">Articolo di Marta Tersigni</span></i></div>Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-7402401394705738232024-02-27T12:26:00.015+01:002024-02-27T13:51:19.318+01:00Lettere ad un condannato<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaHL5DEv1oCGKOzFoZBC4oJ0RvJTbjS3GZrkMHiwlslqNq6V8rc00gkKw2yfN7ErTHmnFdklgBZSOi0eLLUotbVJKNTqoEDb-4l26Wi4b5MPHoEsZyPHfIJHlfySYFqRdEftL9fliY2RQiFEH25P8shYh7wHWgJ3OtC69BPy35j50a9OxlKtk_roRjbU0/s424/ye-jinghan-T5roX1jajzU-unsplash.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: georgia;"><img border="0" data-original-height="279" data-original-width="424" height="264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaHL5DEv1oCGKOzFoZBC4oJ0RvJTbjS3GZrkMHiwlslqNq6V8rc00gkKw2yfN7ErTHmnFdklgBZSOi0eLLUotbVJKNTqoEDb-4l26Wi4b5MPHoEsZyPHfIJHlfySYFqRdEftL9fliY2RQiFEH25P8shYh7wHWgJ3OtC69BPy35j50a9OxlKtk_roRjbU0/w400-h264/ye-jinghan-T5roX1jajzU-unsplash.jpg" width="400" /></span></a></div><span style="font-family: georgia;"><br /></span><p><span style="font-family: georgia;"><br /></span></p><p><b><span style="font-family: georgia;">L’amicizia che lega Laura Bellotti a Jim e a William è iniziata 12 anni fa. </span></b></p><p><span style="font-family: georgia;">Il primo a cui ha scritto è stato William dell’Alabama; era il 2012 e la corrispondenza era ancora spedita per via aerea. Occorrevano almeno 15 giorni per recapitare la lettera e poi altri 15 per ricevere la risposta. Dopo una lunga attesa senza notizie, Laura decise di chiedere un secondo nominativo pensando che William non fosse interessato a scriverle. E così è iniziata l’amicizia con Jim. “<i>Era quasi Natale e anche se William non mi rispondeva ho deciso di inviare gli auguri anche a lui. E poi mi sono arrivate le risposte da entrambi</i>”. </span></p><p><span style="font-family: georgia;">Jim e William sono due amici di penna molto speciali. Sono detenuti nelle carceri dell’Alabama e della Florida e su di loro pende una condanna a morte.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">L’iniziativa a cui ha aderito Laura è quella proposta dalla Comunità di Sant’Egidio e consiste nell’intrattenere una corrispondenza con un condannato a morte in uno degli ancora troppi Stati in cui esiste questa pena. Non ci sono giudizi, non ci sono accuse, c’è solo la persona e il rispetto per il bene più grande: la vita.</span></p><p><span style="font-family: georgia;"><b>Che carattere hanno Jim e William?</b></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>Jim è più aperto, si vede che ha una buona istruzione; William invece è meno loquace. Li considero entrambi come fossero miei fratelli.</i></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><b>Cosa significa scrivere ad un condannato a morte?</b></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>Devi sapere che la maggior parte dei condannati viene completamente abbandonata dalla famiglia, dai parenti, dagli amici e dalla società. Salvo i pochissimi che hanno visite, queste persone trascorrono decine di anni senza contatti significativi con l’esterno. La corrispondenza è la loro unica finestra sul mondo. Quando qualcuno si interessa e mi chiede di essere coinvolto, dico sempre di pensarci cento volte prima di iniziare. Se inizi poi non ti puoi stancare, perché se interrompi la corrispondenza è come se fosse una seconda condanna. </i></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjusTMtqgWG-XGhANzaHY8Fuh-0OoAcetwxJoNuxzIgjxyjw8uLEfctCuousYFPdtgjxiAu1mqv1V4lPemLxpjY_05AeIB4Gk8DktVn72uEmJ9pg7VZzazhU3SPc3C5iw2Ajr-ERUuVe6Zaz6r-Uh-ftjMiwponGfNEzbdKgS2PKBfxu7wh1mdnLSgmW6s/s320/9791280022486_0_536_0_75.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="320" data-original-width="208" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjusTMtqgWG-XGhANzaHY8Fuh-0OoAcetwxJoNuxzIgjxyjw8uLEfctCuousYFPdtgjxiAu1mqv1V4lPemLxpjY_05AeIB4Gk8DktVn72uEmJ9pg7VZzazhU3SPc3C5iw2Ajr-ERUuVe6Zaz6r-Uh-ftjMiwponGfNEzbdKgS2PKBfxu7wh1mdnLSgmW6s/s1600/9791280022486_0_536_0_75.jpg" width="208" /></a></div><span style="font-family: georgia;"><p><b>Hai scritto un libro che si intitola “La seconda lettera”, ti riferivi all’importanza di non smettere di scrivere?</b></p></span><p></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>In parte si, l’idea è venuta al mio editore che aveva notato la riposta di Jim “sapessi l’emozione che ho provato ricevendo la seconda lettera, perché negli anni molti mi hanno scritto ma poi non hanno risposto alla mia lettera. Se tu mi scrivi per la seconda volta significa che davvero ti interessa”.</i></span></p><p><b style="font-family: georgia;">La vostra corrispondenza è libera?</b></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>No, ci sono delle accortezze da seguire perché le nostre lettere vengono visionate prima di essere recapitate e talvolta rispedite indietro.</i></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>Le lettere vengono filtrate anche adesso che utilizziamo la posta elettronica o meglio la piattaforma di scambio che anonimizza la corrispondenza. La cosa fondamentale è non scrivere mai una serie di numeri, qualunque sia il modo in cui appaiono come ad esempio un elenco puntato, o l’indicazione del numero dei giorni. Il motivo è che ogni condannato a morte è individuato da una serie numerica ed è vietato informare i detenuti sulla loro condizione. Altra attenzione è di non inserire alcun link e neppure di scrivere il proprio indirizzo email. Altre volte è capitato di aver riportato delle notizie che sono state ritenute inopportune, anche se si tratta di notizie ampiamente dibattute dai media e di cui il detenuto viene comunque a conoscenza dalla televisione. Qualche volta quindi mi è stata rimandata indietro la lettera e l’importante è non lasciarsi abbattere da questi incidenti di percorso. </i></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><b>Tenere una corrispondenza con un detenuto condannato a morte non potrebbe alimentare una speranza?</b></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>C’è una grande differenza tra chi sa di essere colpevole e chi invece sa di essere innocente. La speranza di chi è colpevole è quella di avere la condanna commutata in carcere a vita, mentre per chi sa di essere innocente la speranza è quella di trovare qualcuno che possa occuparsi del suo caso. Sapere che c’è qualcuno che lotta per qualcuno.</i></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><b>James Aren Duckett</b></span></p><p><span style="font-family: georgia;">Il Jim a cui scrive Laura è James Aren Duckett, un caso in cui si cui si è giunti ad una sentenza di morte nonostante le molte incongruenze. Jim, polizziotto, si è sempre dichiarato innocente.</span></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>Fin dalla prima Jim lettera mi ha dato tutti i riferimenti per verificare io stessa, e l’ho fatto ma non perché non gli credessi ma per capire come fosse possibile che fosse accaduto. Un innocente in attesa di morte?</i></span></p><p><span style="font-family: georgia;">Accade anche questo. Come nei casi di Gary Drinkard, innocente, per 6 anni nel braccio della morte in Alabama e di Herman Lindsey, innocente condannato in assenza di prove, per tre anni in attesa di esecuzione in Florida. Negli Stati Uniti è il Governatore dello Stato ad autorizzare l'esecuzione.</span></p><p><span style="font-family: georgia;"><b>Pensi che questa corrispondenza possa incidere sulla decisione dei Governatori di dare seguito alla pena stabilita dalla corte?</b></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>No. Purtroppo no. E temo molto per William perché è il più anziano del suo carcere.</i></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><b>Jim potrebbe sperare in una grazia?</b></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>La grazia esiste, sarebbe possibile, ma ci sono stati in cui ciò non avviene e tra questi c’è la Florida che è uno tra gli Stati più accaniti.</i></span></p><p><span style="font-family: georgia;">L’attuale Governatore della Florida, il repubblicano Ron De Santis, nel 2023 ha semplificato le modalità con le quali si giunge ad una condanna a morte prevedendo non più l'unanimità dei giudici ma la loro maggioranza: <a href="https://lepersoneeladignita.corriere.it/2023/04/28/florida-per-condannare-a-morte-basteranno-otto-giurati-su-12/" target="_blank">adesso è sufficiente il favore di otto giudici su dodici</a>. La posizione del Governatore De Santis sull’esecuzione delle sentenze è implacabile.</span></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>L’unica possibilità che ha Jim</i> – continua Laura- <i>è la riapertura del caso. La legge prevede che se emergono delle novità, come ad esempio dei nuovi testimoni, l’avvocato può chiedere delle udienze ma queste richieste vengono regolarmente rifiutate. Tuttavia fino a quando ci sono queste richieste, il Governatore non dovrebbe procedere. È per questo che Jim è in carcere da 36 anni: perché ha degli avvocati che si battono e non si arrendono. Queste richieste vengono fatte nella contea, poi a livello di Corte Suprema della Florida e poi alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Se tutte vengono rifiutate allora si ricomincia da capo e la speranza è che in questo iter ci sia un giudice che accolga la riapertura del caso e allora emergerebbe un processo viziato. Però capisci che in uno stato come la Florida nessun giudice lo farebbe. </i></span></p><p><span style="font-family: georgia;">Le giornate di Jim trascorrono scandite dal passaggio delle guardie nel corridoio sul quale affaccia la sua cella. Ogni trenta minuti, di giorno e di notte, le guardie compiono il loro dovere ma Jim sa che in uno qualsiasi di quei passaggi potrebbero prenderlo e condurlo all’esecuzione. </span></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>Immagina cosa è vivere così. In questa vita così terribile pensa quanto sia importante avere qualcuno con cui parlare, sapere che c’è qualcuno che ti accetta per quello che sei. Una cosa che suggerisco a tutti coloro che iniziano una corrispondenza è di non cercare per cosa è stata condannata quella persona. Oggi su Internet si trova tutto, anche le trascrizioni delle deposizioni e dei processi, mi rendo conto che io stessa potrei avere involontariamente un condizionamento. Ci sono persone che hanno commesso cose terribili ed è umano avere una reazione negativa nei loro confronti. Nelle nostre lettere non ci sono giudizi o condanne morali. Ad esempio io non so cosa abbia fatto William e sono 12 anni che gli scrivo. Non lo so e non mi interessa.</i></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><b>Come si gestisce emotivamente questa sofferenza così forte? </b></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>Mah, posso risponderti per la mia esperienza. Forse si attiva un meccanismo interno che ti permette di non focalizzarti solo sull’incombenza della pena, ma ti concentri sul fatto che stai parlando con una persona. Ci sono dei momenti più difficili, nei quali la realtà prende il sopravvento ma normalmente è diventato un dialogo con fratello, molto facile con Jim perché lui ha questa scrittura molto aperta, ricca di dettagli.</i></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><b>In qualche modo hai dato forma alle tue emozioni attraverso il libro che hai scritto. Come è nata l’idea di pubblicare la vostra storia?</b></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>Sono andata a trovare Jim e quando sono partita una cara amica mi ha consigliato di tenere un diario di quei giorni di visita perché ci sono le ore in cui vai a trovare il condannato, 6 ore per volta, ed è un tale mix di emozioni che si rischia di perderlo nel tempo. Ho trascorso con lui più di 100 ore.</i></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>Poi ho raccontato questa mia esperienza e attraverso amici di amici sono stata contatta da un editore. Non era nei miei progetti scrivere un libro, ma l’ho fatto per Jim. Non è solo un diario dei nostri incontri, ma cito molte fonti, dettagliate, al punto che l’editore mi ha chiesto se fossi pronta ad essere denunciata. E io ho risposto si. </i></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><b>Ti hanno denunciato?</b></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>No, anche perché il libro non è stato pubblicato negli Stati Uniti. Sarebbe stato tropo pericolo per Jim, sono stati i suoi avvocati - con cui io non posso parlare- a farlo desistere perché lui avrebbe voluto.</i></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><br /></span></p><p><i><span style="font-family: georgia;">Articolo di Marta Tersigni</span></i></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>Per chi volesse aderire all'iniziativa di Sant'Egidio: <a href="https://www.santegidio.org/pageID/30212/langID/it/SCRIVI-A-UN-CONDANNATO-A-MORTE.html" target="_blank">clicca qui</a></i></span></p><p><i><span style="font-family: georgia;">Foto di <a href="https://unsplash.com/it/@yejinghan?utm_content=creditCopyText&utm_medium=referral&utm_source=unsplash">Ye Jinghan</a> su <a href="https://unsplash.com/it/foto/lombra-di-una-persona-dietro-le-sbarre-in-una-cella-di-prigione-T5roX1jajzU?utm_content=creditCopyText&utm_medium=referral&utm_source=unsplash">Unsplash</a></span></i></p><p><span style="font-family: georgia;"><i>Ringrazio Laura Bellotti per la gentile disponibilità e la mia cara amica Isabella per avermi fatto scoprire questa realtà.</i></span></p><p><br /></p>Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-39708084390373897072023-09-04T13:39:00.003+02:002024-03-19T13:45:24.004+01:00Jeanne du Barry. Tra Coppola e Maïwenn, una verità storica a metà<p> <img alt="" src="https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/1_024_JDB_SB_0298-%C2%A9-Stephanie-Branchu-Why-Not-Productions-678x381.jpg" style="border: 0px; font: inherit; height: auto; margin: 0px; max-width: 100%; padding: 0px; vertical-align: bottom; width: 678.042px;" title="1_024_JDB_SB_0298 © Stéphanie Branchu - Why Not Productions" /></p><figure class="entry-thumbnail" style="background-color: white; border: 0px; font-family: Sarala, sans-serif; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; max-width: 1030px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><figcaption class="wp-caption-text" style="border: 0px; font-family: inherit; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 0.75rem; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: 700; line-height: 1.4; margin: 5px 0px 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Jeanne du Barry – La Favorita del Re © Stéphanie Branchu - Why Not Productions</figcaption></figure><p style="background-color: white; border: 0px; font-family: Sarala, sans-serif; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-family: Sarala, sans-serif; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-family: Sarala, sans-serif; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><em style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 14px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">L'ultima favorita di Luigi XV è stata rappresentata molte volte sul grande schermo senza mai giungere ad un’immagine condivisa della più detestata cortigiana della storia di Francia. Due le interpretazioni più iconiche: quella di Asia Argento che nel 2006 ha vestito i suoi panni in "Marie Antoinette" di Sofia Coppola e il recente "Jeanne Du Barry" diretto e interpretato dall'attrice, modella e regista Maïwenn.</span></em></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">Di Marta Tersigni su <a href="https://www.paeseitaliapress.it/storia-arte-cultura/2023/09/04/jeanne-du-barry-tra-coppola-e-maiwenn-una-verita-storica-a-meta/?fbclid=IwAR3JbEQlAU_LWeKoTW506Uu9JsrjaFQGZp2xJ0tlTAEHCi9kmdITWLWbo_I" target="_blank">Paeseitaliapress</a></span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><br /></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">Marie-Jeanne Bécu, contessa Du Barry (1743-1793) è un personaggio difficile da evitare se si parla della vita alla corte di Versailles.</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">A partire dal 20 aprile 1769 è la <em style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">favorita</em> di Luigi XV di Borbone ma è odiatissima dalla corte, dalle figlie del re – le perfide <em style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Mesdames</em>– e da Maria Antonietta d’Asburgo Lorena; la sua vita è nota e ricca di aneddoti, sebbene molti di dubbia veridicità, che restituiscono una polarizzazione del personaggio. È proprio questa mancanza di unanime consenso che l’ha resa duttile alle esigenze narrative della scrittura cinematografica. Chi era veramente la contessa?</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">Sappiamo con certezza che Jeanne proviene da una famiglia misera e che grazie alla sua avvenenza ottiene i favori di molti uomini fino a quando, all’età di 25 anni, viene presentata a corte e Luigi XV, all’epoca 58enne, se ne invaghisce. Sarà lei l’ultima favorita del re e gli starà accanto fino a quando, in punto di morte, sarà allontanata dal capezzale del sovrano affinché questi possa prendere gli ultimi sacramenti e pentirsi.</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">Jeanne fu infatti motivo di grande scandalo a corte per i suoi modi, le sue frivolezze, le sue origini plebee non le furono mai perdonate e il matrimonio di convenienza con il Conte Guglielmo Du Barry non cambiò nulla nell’atteggiamento che la corte le riservava. Tuttavia fu vera icona di stile e amante delle arti nonché punto di riferimento per la moda a corte fino alla salita al trono di Maria Antonietta d’Asburgo Lorena consorte del re di Francia Luigi XVI di Borbone, delfino di Luigi XV nonché suo nonno perito per aver contratto il vaiolo.</span></p><figure class="wp-block-gallery has-nested-images columns-default is-cropped wp-block-gallery-1 is-layout-flex wp-block-gallery-is-layout-flex" style="--wp--style--unstable-gallery-gap: var( --wp--style--gallery-gap-default, var( --gallery-block--gutter-size, var( --wp--style--block-gap, 0.5em ) ) ); align-items: normal; background-color: white; border: 0px; display: flex; flex-wrap: wrap; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; gap: var( --wp--style--gallery-gap-default, var( --gallery-block--gutter-size, var( --wp--style--block-gap, 0.5em ) ) ); line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><figure class="wp-block-image size-large" style="align-self: inherit; border: 0px; box-sizing: border-box; display: flex; flex-direction: column; flex-grow: 1; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; justify-content: center; line-height: inherit; margin: 0px; max-width: 100%; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline; width: calc(50% - var(--wp--style--unstable-gallery-gap, 16px)*.5);"><img alt="" class="wp-image-59137" data-id="59137" decoding="async" height="280" sizes="(max-width: 500px) 100vw, 500px" src="https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/tumblr_ng8o0ilZS01qatfdco3_r1_500.jpg" srcset="https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/tumblr_ng8o0ilZS01qatfdco3_r1_500.jpg 500w, https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/tumblr_ng8o0ilZS01qatfdco3_r1_500-300x168.jpg 300w" style="border: 0px; box-sizing: border-box; display: block; flex: 1 0 0%; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; height: 223.344px; line-height: inherit; margin: 0px; max-width: 100%; object-fit: cover; padding: 0px; vertical-align: bottom; width: 335.021px;" width="500" /><figcaption class="wp-element-caption" style="background: linear-gradient(0deg, rgba(0, 0, 0, 0.7), rgba(0, 0, 0, 0.3) 70%, transparent); border: 0px; bottom: 0px; box-sizing: border-box; color: white; flex-basis: 100%; flex-grow: 1; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 13px; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; left: 0px; line-height: inherit; margin: 0.5em 0px 0px; max-height: 60%; overflow: auto; padding: 0px 8px 8px; position: absolute; text-align: center; vertical-align: baseline; width: 335.021px;"><span style="font-family: georgia;">Asia Argento in “Marie Antoinette” di Sofia Coppola</span></figcaption></figure><figure class="wp-block-image size-large" style="align-self: inherit; border: 0px; box-sizing: border-box; display: flex; flex-direction: column; flex-grow: 1; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; justify-content: center; line-height: inherit; margin: 0px; max-width: 100%; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline; width: calc(50% - var(--wp--style--unstable-gallery-gap, 16px)*.5);"><img alt="" class="wp-image-59139" data-id="59139" decoding="async" height="683" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" src="https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/036_JDB_SB_0414_OK-%C2%A9-Stephanie-Branchu-Why-Not-Productions-1024x683.jpg" srcset="https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/036_JDB_SB_0414_OK-©-Stephanie-Branchu-Why-Not-Productions-1024x683.jpg 1024w, https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/036_JDB_SB_0414_OK-©-Stephanie-Branchu-Why-Not-Productions-300x200.jpg 300w, https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/036_JDB_SB_0414_OK-©-Stephanie-Branchu-Why-Not-Productions-768x512.jpg 768w, https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/036_JDB_SB_0414_OK-©-Stephanie-Branchu-Why-Not-Productions-1536x1024.jpg 1536w, https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/036_JDB_SB_0414_OK-©-Stephanie-Branchu-Why-Not-Productions-2048x1366.jpg 2048w" style="border: 0px; box-sizing: border-box; display: block; flex: 1 0 0%; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; height: 223.344px; line-height: inherit; margin: 0px; max-width: 100%; object-fit: cover; padding: 0px; vertical-align: bottom; width: 335.021px;" width="1024" /><figcaption class="wp-element-caption" style="background: linear-gradient(0deg, rgba(0, 0, 0, 0.7), rgba(0, 0, 0, 0.3) 70%, transparent); border: 0px; bottom: 0px; box-sizing: border-box; color: white; flex-basis: 100%; flex-grow: 1; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 13px; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; left: 0px; line-height: inherit; margin: 0.5em 0px 0px; max-height: 60%; overflow: auto; padding: 0px 8px 8px; position: absolute; text-align: center; vertical-align: baseline; width: 335.021px;"><span style="font-family: georgia;">Maïwenn e Jonny Depp © Stéphanie Branchu – Why Not Productions</span></figcaption></figure></figure><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><strong style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">Le due contesse: le versioni cinematografiche di Coppola e Maïwenn</span></strong></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;"><strong style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Sfacciata, arrogante, maleducata</strong>, <strong style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">irriverente.</strong> La Jeanne Du Barry interpretata da una magnifica Asia Argento diverge in tutto da quella di Maïwenn Le Besco che la ritrae invece <strong style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">intelligente, spensierata ed amorevole</strong>. Sembra impossibile che il riferimento storico sia lo stesso.</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">La spiegazione di un tale contrasto si trova nelle intenzioni che sono alla base delle due sceneggiature.</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">La prima, quella di Sofia Coppola, da spazio al personale punto di vista di una giovane ed inesperta Maria Antonietta e si basa su una delle biografie più accurate, quella scritta da Antonia Fraser “<em style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Maria Antonietta</em> – <em style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">La solitudine di una regina</em>“.</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">Accolto freddamente al Festival di Cannes del 2006 (non sono mancati i fischi alla prémiere), la stima della critica per “Marie Antoinette” interpretata da una inappuntabile Kirstine Dunst è cresciuta negli anni ed oggi è considerato uno dei capolavori del cinema storico. Coppola ci offre un racconto indulgente con la giovane arciduchessa, catapultata in una corte molto diversa da quella asburgica in cui era cresciuta e nella quale dovrà trovare il modo di sopravvivere. Una lettura inedita e mai tentata nella cinematografia, tanto attratta dagli eccessi e dalle frivolezze senza senso della regina, che esplora la solitudine di una donna a cui – seppur nel lusso- tutto è negato.</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">Dunque, nella regia di Sofia Coppola, Jeanne Du Barry appare volgare, sgraziata, eccessiva. Questa immagine corrisponde a pieno al modo in cui Maria Antonietta certamente percepiva la Contessa, come testimoniato dalla lettera indirizzata alla madre – Maria Teresa d’Austria- scritta il 9 luglio 1770 e cioè pochi mesi dopo il suo arrivo a Versailles, avvenuto a maggio del 1770. Scrive la Delfina: <em style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Fa davvero pietà la debolezza che [</em>il re Luigi XV<em style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">] ha per Madame Du Barry che è la più stupida e impertinente creatura che si possa immaginare. Ella ha giocato tutte le sere con noi a Marly; si è trovata due volte accanto a me, ma non mi ha parlato, e io non fatto conversazione con lei; ma quando era necessario, io le ho parlato.</em></span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">L’ambiente ostile alla contessa era ampiamente fomentato dalle Mesdames che non tolleravano che una giovane plebea, sebbene resa contessa prima di essere presentata a corte, potesse ricoprire un ruolo così importante. E Maria Antonietta si adeguò a questo disprezzo.</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">Agli antipodi, la Jeanne Du Barry proposta da Maïwenn Le Besco è una donna consapevole delle sue origini, colta, benevola, spontanea. Sinceramente innamorata di Luigi XV, con il quale instaura un pubblico gioco di complicità e intesa, non viene compresa dalla corte che la ridicolizza per ogni suo gesto o sentimento mal celato.</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;"><strong style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Si tratta forse di un ritratto più fedele </strong>poiché la storia ci riporta che per scongiurare la sua decapitazione, avvenuta nel dicembre del 1793, furono raccolte delle firme in suo favore di cui però il tribunale non tenne conto. Alla storia è anche passata per la sua intercessione a favore di una giovane condannata a morte per infanticidio e grazie a lei salvata, come anche per le sue donazioni e per le buone maniere verso i servitori. Inoltre fu amica personale di Voltaire, commissionò numerose opere ai pittori Fragonart e Vien.</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><strong style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">I punti di contatto: alcuni episodi storici</span></strong></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">Le due pellicole hanno riportato alcuni fatti storici che vedono la Du Barry protagonista.</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">Il primo è anche il primo incontro con Maria Antonietta, avvenuto ad una cena alla quale la Du Barry diede spettacolo. Nella versione di Coppola, la Contessa non lesina rutti a tavola mentre in quella di Maïwenn risplende per il magnifico abito. Come si siano però realmente svolti i fatti, non si sa.</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">Il secondo è il celeberrimo diritto di parola: in virtù del suo rango, la Contessa non poteva rivolgersi in pubblico per prima a un membro della famiglia reale. Sappiamo, dalle stesse lettere di Maria Antonietta e da altri resoconti degli ambasciatori a corte, che ci furono degli scambi di circostanza tra le due. Maria Antonietta però attese il 1772 per rivolgerle <strong style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">pubblicamente</strong> queste parole: <em style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Il y a bien du monde aujourd’hui a Versailles</em> (C’è molta gente oggi a Versailles) che furono sufficienti a legittimare la Du Barry e ad evitare la rottura dei rapporti tra Austria e Francia. Osteggiare la favorita del re era infatti un esplicito giudizio morale sulle scelte del sovrano, un oltraggio intollerabile. Preoccupata, l’imperatrice Maria Teresa sollecitò ripetutamente la figlia a cambiare atteggiamento ricordandole che, in quanto Delfina di Francia per aver sposato Luigi XVI, era la prima dei sudditi di Luigi XV e che come tale doveva sottomettersi alla sua volontà. Furono quindi le manovre diplomatiche dell’ambasciatore austriaco Mercy-Argentau che indussero finalmente Maria Antonietta a capitolare. Nessuna delle due pellicole però è fedele a quanto realmente accaduto. La “conversazione” avvenne il primo gennaio nelle camere private di Maria Antonietta alla presenza del marito Luigi XVI in occasione degli auguri ricevuti per il nuovo anno.</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">Il terzo episodio raccontato da entrambi i lungometraggi è la presenza di un paggio di colore, Zamor. Amatissimo nella pellicola della Maïwenn ma maltrattato in quella di Coppola. E forse qui la verità sta nel mezzo, considerato che fu proprio il giovane a denunciare la Contessa al tribunale rivoluzionario che la condannò alla ghigliottina, anche se è accertato che fu lei a garantirgli istruzione ed educazione e che lo trattò sempre con grande favore.</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">Da ultimo, il momento che mette fine alla sua onnipotenza a Versailles: la prematura morte del re avvenuta nel 1774. Sappiamo che gli fu accanto nonostante il vaiolo – malattia pericolosissima che aveva già mietuto numerose vittime nelle famiglie reali di tutta Europa- e che fu allontanata in punto di morte per consentire al sovrano di pentirsi. Una fuga precipitosa, priva di amore e compassione, piena di rancore nella versione di Coppola, una uscita in grande stile, appassionata e sinceramente affranta quella della Maïwenn. Unico punto in comune: il desiderio del Luigi XV di averla accanto fini all’ultimo respiro.</span></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></p><div class="wp-block-media-text alignwide is-stacked-on-mobile" style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; direction: ltr; display: grid; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; grid-template-columns: 50% 1fr; grid-template-rows: auto; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><figure class="wp-block-media-text__media" style="align-self: center; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; grid-area: 1 / 1; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;"><img alt="" class="wp-image-59141 size-full" decoding="async" height="200" sizes="(max-width: 850px) 100vw, 850px" src="https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/Madame_du_barry-850x1024.jpg" srcset="https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/Madame_du_barry-850x1024.jpg 850w, https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/Madame_du_barry-249x300.jpg 249w, https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/Madame_du_barry-768x926.jpg 768w, https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/Madame_du_barry-1274x1536.jpg 1274w, https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2023/09/Madame_du_barry.jpg 1593w" style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; height: auto; line-height: inherit; margin: 0px; max-width: unset; padding: 0px; vertical-align: middle; width: 339.021px;" width="166" /></span></figure><div class="wp-block-media-text__content" style="align-self: center; border: 0px; direction: ltr; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; grid-area: 1 / 2; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px 27.1146px; vertical-align: baseline; word-break: break-word;"><p style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;"><a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Madame_du_barry.jpg" rel="noreferrer noopener" style="border: 0px; color: #005a8c; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: 600; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;" target="_blank">Madame Du Barry ritratta da di François-Hubert Drouais</a> (1771) – fonte: Wikipedia</span></p></div></div><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"></p><p style="background-color: white; border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variant-position: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 1.25rem; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><em style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia;">L’appartamento a Versailles della Contessa Du Barry è stato riaperto al pubblico nel 2023 dopo un lungo e accurato intervento di restauro che ha interessato tutte le 14 stanze che lo compongono. Qui i dettagli per la visita: <strong style="border: 0px; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><a href="https://en.chateauversailles.fr/news/life-on-estate/reopening-madame-barry-apartment#entry-tickets" rel="noreferrer noopener" style="border: 0px; color: #005a8c; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;" target="_blank">Appartamenti privati di Madame Du Barry</a></strong></span></em></p>Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-14165458293548042742018-03-19T12:39:00.006+01:002024-02-27T12:34:35.882+01:00Elezioni a colpi di social<span style="font-size: large;"><span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><br /></span>
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj56uTicQ3lWp6NcSlSTL9BkNNx6M7tyeQECuDTa8uPyd0Eld3PF6niDBzT5aF-Tv9ZwYyGjIzO1DjVOwahEVdMJv_t2ZEZRmOY_gWJ3ap2CyMsuQ8S7NGDjLJ7SfIdBmtDWekqmCpIXW4/s1600/lostatosociale-750x422.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span face=""trebuchet ms" , sans-serif" style="font-size: large;"><img border="0" data-original-height="422" data-original-width="750" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj56uTicQ3lWp6NcSlSTL9BkNNx6M7tyeQECuDTa8uPyd0Eld3PF6niDBzT5aF-Tv9ZwYyGjIzO1DjVOwahEVdMJv_t2ZEZRmOY_gWJ3ap2CyMsuQ8S7NGDjLJ7SfIdBmtDWekqmCpIXW4/s400/lostatosociale-750x422.jpg" width="400" /></span></a></div>
<span><span face=""trebuchet ms" , sans-serif" style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif" style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif" style="font-size: medium;">Sul tema dei social network sono rimasta sempre un po’ in vetrina, li osservo con grande interesse ma li pratico poco. Ieri sera ho seguito con attenzione il documentario di SKY “Lo Stato Social” dedicato alla lettura dei risultati delle elezioni politiche del 4 marzo dal punto di vista dei social.</span></span><span style="font-size: medium;"><br />
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif">Occasione rara di ascoltare i social media manager (che in generale si palesano poco) che in maniera professionale e a tratti intima hanno commentato la loro esperienza. Occasione ancora più rara di ascoltare qualcuno che conosci, Marco Borraccino, ed emozionarsi professionalmente per i risultati che ha raggiunto.</span><br />
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif">Il programma ha evitato qualsiasi giudizio politico, ha mantenuto un approccio estremamente tecnico e questo mi ha aiutato a chiarire molti dubbi; tuttavia – non riuscendo però io a separare completamente il piano politico da quello tecnico- resto con alcune perplessità.</span><br />
<span><span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><br /></span>
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><b>Ogni post è una campagna:</b> <i>qui il candidato ha risposto bene, qui è arrivato troppo tardi, qui ha sbagliato</i>. Ciò che rende perfetto un post in un caso risulta rovinoso in un altro caso. Lo stesso candidato se una volta risulta vincente (è stato bravo: ha risposto con ed ha portato la discussione sul suo tema) in un altro caso, pur mantenendo la stessa costruzione e quindi lo stesso stile narrativo, è del tutto fallimentare e cambia completamente il giudizio (qui ha sbagliato perché si è accanito su un avversario). Insomma: dipende dalla giornata, dal mood che si respira, dall'argomento da trattare. </span></span><br />
<span><span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><br /></span>
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><b>Le dirette: scelta consapevole per sfruttare un algoritmo o mi creo io il mio canale? "</b><i>Essendo un contenuto nativo, la diretta è premiata dall’algoritmo di Facebook</i>". Credo che i grandi risultati realizzati da alcuni candidati siano legati alla personale necessità di crearsi un proprio canale, con questo ribadendo in maniera definitiva che dal loro punto di vista i media tradizionali sono tutti venduti. Quindi da una necessità è nata una grande occasione. Non ci sono stati scontri/confronti televisivi. Penso che non si tratti semplicemente di un nuovo ambiente comunicativo che prende il sopravvento su un altro, penso che si sia voluto evitare lo scontro dialettico perché le proposte elettorali, in tutta evidenza, sono prive di consistenza.</span></span><br />
<span><span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><br /></span>
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><b>I team: faccio da solo o mi creo una squadra?</b> Salvini fa da solo, seguito però da uno staff competente; Meloni si affida ad una persona fidata; Renzi fa da solo ma senza essere seguito da uno staff; Boldrini supervisiona tutto. Maurizio Costanzo ripeteva all’infinito agli ospiti del suo show: siate voi stessi, davanti alla telecamera non si finge. A quel punto puoi piacere o non piacere. Ma tu sei rimasto te stesso. Lo stesso vale per i social: Salvini è geniale, la Meloni istintiva, Renzi aveva il peso degli anni di Governo. <b>Ve lo ricordate quando con il pullman girava l’Italia? Le sue infografiche per spiegare il suo programma? I suoi poster Obama style per raccogliere fondi? È stato un grande innovatore (lui o Proforma?) ma è stato triturato dalla velocità che lui stesso aveva impresso alla comunicazione. </b></span></span><br />
<span><span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><br /></span>
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><b>Vince chi arriva secondo</b>. C’è un paradosso nel marketing secondo cui non vince chi apre il mercato, ma il secondo che arriva su quel mercato dopo che qualcuno lo ha aperto. Mi spiego così la dinamica social Salvini / Meloni. </span></span><br />
<span><span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><br /></span>
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><b>Contenuto, mittente, audience</b>: Meloni condivide un video ed ottiene una buona performance. Ma lo stesso video con Salvini diventa virale. Il contenuto è lo stesso, l’audience diversa. Ma soprattutto: lui è Salvini.</span></span><br />
<span><span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><br /></span>
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><b>La violenza di chi non ha cervello.</b> Tutto il mio appoggio morale va ai social media manager di Boldrini e Bonino. La loro è stata una campagna che di politico ha avuto poco: l’odio, l’intolleranza, l’accanimento verso queste due donne non ha precedenti. In un caso (Bonino) si è deciso di non rispondere; nell’altro (Boldrini) a volte è stato possibile rispondere con humor. Ma a chi giova? A chi giova stare in un’arena in cui si aspetta solo che si inizi a sparare? Riporto in modo più o meno testuale lo sfogo del social media manager di Boldrini </span></span><br />
</span><blockquote class="tr_bq">
<i><span face=""trebuchet ms" , sans-serif" style="font-size: medium;">“Ma che cosa puoi fare quando i cittadini nemmeno capiscono che quelle che mostrava, e che tutti criticavano violentemente, non erano frasi sue ma era la citazione di un articolo della Costituzione?”</span></i></blockquote>
<span style="font-size: medium;"><span face=""trebuchet ms" , sans-serif">Insomma: la Costituzione che il popolo italiano ha ardentemente difeso con il clamoroso NO alla riforma proposta da Renzi, quello stesso popolo disconosce quella stessa Costituzione se a declamarla è Laura Boldrini. Mah ... c'è un cortocircuito logico-emozionale da gestire.</span><br />
<span><br /></span>
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><b>La non replicabilità</b>: nei fatti il programma ha evidenziato l’assenza di case study di successo da replicare e questo, per me, è disorientante. </span><br />
<span><span face=""trebuchet ms" , sans-serif"><br /></span>
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif">Ringrazio infine <b>Mario Sechi </b>per avermi dato le parole con cui rappresentare un fenomeno, quello dei 5 Stelle, su cui mi arrovello da sempre. Cito - più o meno testuale </span></span><br />
</span><blockquote class="tr_bq">
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif" style="font-size: medium;">“<i>Il M5S è immune dalle critiche. Il Movimento esprime una promessa e in quanto tale i cittadini sono disposti ad aspettare, a dargli tempo e il loro tempo non è ancora scaduto</i>”.</span></blockquote>
<span style="font-size: medium;"><br /></span>
<br />Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-6695029854751620842017-06-08T14:56:00.000+02:002017-06-09T12:38:22.090+02:00OSO: disabilità, sport, CSR, crowdfunding<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0N2vd5dox6VJOxXTptUgwB8dvCeJ7j228ReLfX6jJbBt_PzMBhwtKTN9_9ZKBuKMDnb5rikvd0iOJmxJ72QUJK0K6Nd4_Gq6R9OiylW_tDG5PyTn5kay6BCvle1ZErv5_JmkkoG1Q0ec/s1600/IMG_20170607_111308.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0N2vd5dox6VJOxXTptUgwB8dvCeJ7j228ReLfX6jJbBt_PzMBhwtKTN9_9ZKBuKMDnb5rikvd0iOJmxJ72QUJK0K6Nd4_Gq6R9OiylW_tDG5PyTn5kay6BCvle1ZErv5_JmkkoG1Q0ec/s400/IMG_20170607_111308.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Grande evento ieri a Roma per la
presentazione di OSO- Oltre Ogni Sport, la piattaforma digitale che Fondazione
Vodafone Italia dedica alle persone disabili che intendono avvicinarsi allo sport.</span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">L’emozione è tanta quando
vedi passarti accanto persone del calibro di Alex Zanardi e Bebe Vio. Persone
normali ma con un certo di più: determinazione e carattere [<i>il di meno, con
loro, non è proprio immaginabile</i>].</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Quando li senti parlare
non puoi non annichilire, come osservato dal presidente del CONI Giovanni Malagò.</span></span><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";"> </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Zanardi parlando con i
giornalisti ci lancia una di quelle frasi che per quanto è vera, semplice, bella ed immediata la potresti scrivere su una maglietta,
o su un muro con lo spray, o tatutala sul braccio: <i>la prima sfida è iniziare.</i> </span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">L’ho subito twittata, non
potevo resistere, e nel giro di un nano secondo me l’hanno ritwittata in 10. Wow.</span></span><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";"> </span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">La seconda frase che mi
porto a casa è un super claim, di quelli che ti stendono. E chissà come gli
sarà venuto in mente: se al termine di un lunghissimo brain storming o così,
all’improvviso. Il claim in questione è “<i>Disabilita i tuoi limiti</i>”. Il
riferimento alle tecnologie, al superamento delle barriere: un invito rivolto a
tutti, un messaggio (<i>sms? </i>😉<i> </i>) universale: per le persone con disabilità ma
anche per le normodotate.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";"><b>Superare tre barriere </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikcNm1GcVZszbUmDWSA6ZrrtWUkWczB0V1dbYEJCAOgd10wgZqolCnTH9XoDK5fHmr5VBuiXaLrV_rpVRng_bCMfNB6fWNZr867_jw7-BkQukrhEnW5A-TeApoIL_oOibr6FgEi1gw100/s1600/IMG_20170607_112144.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikcNm1GcVZszbUmDWSA6ZrrtWUkWczB0V1dbYEJCAOgd10wgZqolCnTH9XoDK5fHmr5VBuiXaLrV_rpVRng_bCMfNB6fWNZr867_jw7-BkQukrhEnW5A-TeApoIL_oOibr6FgEi1gw100/s400/IMG_20170607_112144.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Nel suo speech il Presidente Resmini ha affrontato il tema delle tre barriere che impediscono od
ostacolano la pratica sportiva da parte delle persone con disabilità– che,
ricordiamocelo, è il fine della piattaforma OSO- ma che a ben vedere sono le
tre barriere con cui ci troviamo tutti a
fare i conti nelle molte dimensioni della nostra vita: una barriera economica
di accesso, una barriera emotiva (vedi la prima sfida citata da Zanardi) ed una
barriera informativa (quale sarà lo sport adatto a me e, soprattutto: nella mia
condizione di disabilità potrò fare sport?).</span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">La risposta è OSO: un
ambiente in cui ci si scambiano esperienze, si incontrano competenze, si
geolocalizzano impianti e strutture accessibili, si scambiano e acquistano
attrezzature ed ausili, si propone un progetto alla community per una raccolta
fondi (quest’ultima supportata da Eppela).</span></span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">“<i>OSO - Ogni Sport Oltre
è la prima piattaforma digitale che mette in rete tutte le informazioni utili a
chi vuole praticare sport in Italia e creare una comunità di utenti fra persone
con disabilità, le famiglie, gli istruttori e i professionisti sportivi e tutti
coloro che sono appassionati di sport, veicolando un modello inclusivo di
partecipazione, perché lo sport sia davvero un'opportunità per tutti</i>”.</span></span></div>
</blockquote>
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Il progetto è stato
realizzato in collaborazione con il CIP – Il Comitato Italiano Paralimpico e
numerosi partner tra cui i principali
sono Huawei Italia e Fondazione CON IL SUD (quest’ultima ha partecipato con un
importante contributo economico).</span></span><br />
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;"><b><span style="font-family: "calibri";">11 + 28</span></b></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Ieri è stata anche
l’occasione per premiare gli 11 progetti nazionali risultati vincitori della
Call for ideas 2016: </span></span></div>
<ul style="margin-top: 0cm;" type="square">
<li class="MsoNormal"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">lo Sport e non solo dell’A.S.D. Onlus Sa.Spo </span></span></li>
<li class="MsoNormal"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Con il BASS lo snowboard è per tutti di
Antenne Handicap Vda Onlus</span></span></li>
<li class="MsoNormal"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Baskin: la terza via di Associazione Baskin</span></span></li>
<li class="MsoNormal"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Insuperiamoci 2017/2018 dell’A.S.D. Total
Sport</span></span></li>
<li class="MsoNormal"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Sportability Italy della Cooperativa Sociale Download
– Albergo Etico Onlus</span></span></li>
<li class="MsoNormal"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Rowing for All della Federazione Italiana
Canottaggio</span></span></li>
<li class="MsoNormal"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Campionato Regionale Interscolastico di Calcio
Balilla integrato della Federazione paralimpica italiana Calcio Balilla</span></span></li>
<li class="MsoNormal"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Tuffiamoci della Federazione Italiana Sport
Disabilità Intellettiva Relazionale</span></span></li>
<li class="MsoNormal"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Summer Camp AITA di Progetto AITA Onlus</span></span></li>
<li class="MsoNormal"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Saling for All di Spazio Vita Niguarda
Cooperativa Sociale Onlus </span></span></li>
<li class="MsoNormal"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Poseidon 2.0 di vEyes Onlus.</span></span></li>
</ul>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal">
</div>
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7yRozthaGX_XLyHSB1v3YO2WPsEvp0v8_0Tv8R1cco6ZwWu7F_do1YyYn-2zAIauc5cbcHVZVNRH_0u2jjAljphVyXe6etHj4x5jiJpNyuqp_3OcOnqh_MyF3TmI906PICbUFYE4-MXg/s1600/IMG_20170607_123938.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7yRozthaGX_XLyHSB1v3YO2WPsEvp0v8_0Tv8R1cco6ZwWu7F_do1YyYn-2zAIauc5cbcHVZVNRH_0u2jjAljphVyXe6etHj4x5jiJpNyuqp_3OcOnqh_MyF3TmI906PICbUFYE4-MXg/s400/IMG_20170607_123938.jpg" width="400" /></a><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";"> </span></span></div>
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Sono poi presenti sulla piattaforma di crowdfunding di OSO 28 progetti ad impatto locale. </span></span><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Questi progetti, selezionati attraverso la Call for ideas, si sono aggiudicati il finanziamento
in modalità “matching grant” cioè al raggiungimento del 50% del
capitale richiesto, la Fondazione raddoppierà gli importi donati.</span></span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Ammetto che qui il
meccanismo del progetto “<i>mi si è fatto complesso”</i> come quasi tutti i progetti
di CSR degli ultimi due anni in cui ci si vuole mettere dentro davvero tanto (a
volte troppo).</span><b><span style="font-family: "calibri";"> </span></b></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">A fronte del desiderio di fare/dare il massimo si devono comunque fare i conti con le risorse disponibili -che non sono mai infinite- e con le strategie di visibilità e reputazione corporate. </span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Il meccanismo del matching grant impone infatti alle possibili beneficiarie di attrezzarsi in termini di comunicazione e raccolta fondi che no: non sono la stessa cosa e l'una non può sostituirsi all'altra. Questo meccanismo farà vincere le più strutturate (non necessariamente le più grandi: è una questione di mentalità). </span><b><span style="font-family: "calibri";"><br /></span></b></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">I progetti sono elencati qui:</span><b><span style="font-family: "calibri";"> </span></b></span><span style="font-size: large;"><b><span style="font-family: "calibri";"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: "calibri";"><span style="color: blue;"></span></span></span> </span></b></span><br />
<span style="color: blue;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">http://www.vodafone.it/portal/Vodafone-Italia/Fondazione/Progetti-ammessi-al-finanziamento </span></span></span><br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b><span style="font-family: "calibri";">E non finisce:
ancora + 4</span></b><span style="font-family: "calibri";"> </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Fondazione Vodafone Italia ha inoltre
selezionato altri quattro progetti in virtù del loro forte impatto in termini
di sensibilizzazione verso l’integrazione e la diffusione della pratica sportiva
soprattutto verso il mondo dei giovani e delle scuole.</span></span><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";"> </span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Eccoli</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">• <b>Games for Inclusion</b> di
A.S.D. Special Olympics Italia Onlus che propone percorsi educativi rivolti
alle scuole per studenti con disabilità intellettivo-relazionale;</span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">• <b>Route 22</b>, della A.D.S
Progetto 22 che documenterà il viaggio in nord Europa di Andrea Devicenzi
Massimo Spagnoli, entrambi atleti con disabilità, attraverso un documentario
che sarà raccontato sulla piattaforma di OSO e attraverso la divulgazione in
più di 100 scuole medie e superiori;</span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">• <b>Giochi Senza Barriere
Roma 2017</b>, organizzato dall’Associazione art4sport ONLUS nata dalla storia di
Bebe Vio, per promuovere lo sport paralimpico e l’integrazione fra bambini
disabili e normodotati (<i>ma supportato credo anche da altri sponsor, oggi su Facebook ho intercettato il post sponsorizzato di Barilla che promuove questo evento</i>).</span></span></div>
<span style="font-size: large;">
</span><br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Ma il più bello, a mio avviso, è questo:</span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">• <b>Obiettivo 3</b>, il progetto
promosso da Alex Zanardi per identificare atleti motivati a farsi guidare e
allenare per arrivare ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. GENIALE. Appena
saputo l’ho segnalato alla mia amica Stefania che si è già candidata.</span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Bellissimo.</span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "calibri";">Sei un grande.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMg19nUUAGE3OCLsLTeKleYKJ1NuDYjf1hkmn804sce-vdlBOFGV96P3nX8MuYFRZDbiBOej42S98eCbsvdy0ZfXr7g2hqQR03MKUG8OPUpaxVOqwqHsxDFc4GM7gJAiFDlioUrwCRtJ8/s1600/IMG_20170607_105355.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMg19nUUAGE3OCLsLTeKleYKJ1NuDYjf1hkmn804sce-vdlBOFGV96P3nX8MuYFRZDbiBOej42S98eCbsvdy0ZfXr7g2hqQR03MKUG8OPUpaxVOqwqHsxDFc4GM7gJAiFDlioUrwCRtJ8/s400/IMG_20170607_105355.jpg" width="400" /></a><span style="font-family: "calibri";"> </span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "calibri";">P.s.</span></span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "calibri";">Il video del pinguino che non ha le pinne e nemmeno le branchie ma che nonostante tutto nuota ... avrei voluto farlo io o quanto meno avrei voluto che fosse venuto in mente a me (ma poi, non avendo Vodafone, tra i miei clienti che ci avrei fatto?), è davvero bello.</span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "calibri";"><br /></span></span></div>
Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-64858821568119604102017-01-19T12:46:00.003+01:002024-03-19T13:33:31.616+01:00La sharing vincerà?<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Boston, 2014</b>.
L’autista spiega che guida per Uber due pomeriggi a settimana. “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">L’Università di mia figlia costa 2.000
dollari in più del previsto. In questo modo posso pagare la retta</i>”. Già,
negli Stati Uniti se hai più spese il problema non è tagliare ma guadagnare di
più.
</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Torino, 2016</b>. I
rider di Foodora mettono in campo il primo sciopero per una start up di
consegne a domicilio. Sono sotto pagati, sfruttati. Foodora risponde che chi
lavora per loro non può aspirare ad un reddito paragonabile ad altri lavori, ma
ad un'entrata sotto tutti i punti di vista “accessoria”.</div>
<div class="MsoNormal">
In effetti non si può pensare che meno di tre euro a
consegna possano in qualche modo rappresentare l’unica forma di guadagno per
una persona. Foodora appartiene alla gig economy (i lavoretti organizzati da
una piattaforma on line) e nulla a che vedere con le tradizionali forme di
lavoro dipendente subordinato. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Roma, metà anni '70</b>.
Mia zia racconta: “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ero incinta del mio
secondo figlio. Il giovedì ho perso il lavoro, la mia fabbrica era stata
venduta ad un gruppo danese e ci <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>hanno
licenziati tutti. Il giorno dopo, il venerdì, fallisce il giornale dove
lavorava mio marito, stava alle <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>rotative. Disoccupati tutti e due. Come ce la
siamo cavata? Mio marito si è messo agli angoli delle strade a vendere sacchi
di patate, li prendeva dal banco della verdura di un nostro parente. Oggi se
perdi il lavoro ma che ti inventi? Mica lo potresti fare, dico mettersi a
vendere le patate. Ti fanno le multe o peggio ti chiedono il pizzo</i>”.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">La sharing: leva
dell’italica ripresa</b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Quello che apprezzo della sharing economy è la forte spinta
dal basso che la caratterizza. </div>
<div class="MsoNormal">
Persone normali che – rilevata un’opportunità inespressa dal
mercato- la mettono a frutto attraverso delle piattaforme on line che creano un
luogo democratico di incontro tra domanda e offerta. Aprono, cioè, NUOVI
mercati che nulla tolgono ai mercati già esistenti. Anzi, li costringono – dal
basso- ad elevare i propri standard. Chi viaggia con <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">BlaBlacar</b> non solo non prende il treno (forse la sua destinazione
non è servita?), ma nemmeno il pullman; chi dorme in una stanza trovata su <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">AirBnB</b> non è certo il target di un
hotel a 5 stelle; chi partecipa al social eating di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Gnammo</b> non è certo il tipo di cliente che va nei ristoranti
stellati; chi usufruisce di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Uber</b>
probabilmente non ritiene buono il servizio taxi del posto e quindi non ne usufruirebbe
mai. O forse -più semplicemente- i clienti sono ANCHE clienti degli altri, ma certo non li vivono in competizione.Si tratta di esperienze del tutto diverse.</div>
<div class="MsoNormal">
La sharing economy è assolutamente in linea con il migliore
approccio italico ai problemi, gli da una forma e una possibilità di rinnovato
vigore.</div>
<div class="MsoNormal">
Le nostre famiglie sono piene di aneddoti legati ai modi più
strampalati per arrivare alla fine del mese: chi cucinava per i vicini, chi
svolgeva lavoretti, chi vendeva i gelati di sera dopo aver chiuso il negozio,
chi raccoglieva i cartoni a fine turno e li rivendeva … il doppio, il triplo
lavoretto hanno permesso a molte famiglie italiane di uscire dal tunnel della
povertà. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">L’intervento del
legislatore</b></div>
<div class="MsoNormal">
È stata approvato il 17 gennaio alla Camera il provvedimento
concordato da Pd, M5S, sinistra italiana e Area popolare (326 voti a favore, 23
contrari e 27 astenuti) circa la <a href="http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0725/leg.17.sed0725.allegato_a.pdf" target="_blank"><b><span style="color: blue;"><u>disciplina dell'attività di ristorazione in abitazione privata</u> </span></b></a><span style="color: blue;"><b> </b></span><span style="background-color: blue;"><span style="color: blue;"><b><a href="http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0725/leg.17.sed0725.allegato_a.pdf" target="_blank"><span style="background-color: blue;"></span></a></b></span></span>(testo unificato delle proposte di legge: Minardo; Cancelleri ed altri; Basso ed altri; Ricciatti ed altri:
disciplina dell’attività di ristorazione in abitazione privata (a.c. 3258-3337-3725-3807-a)</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Osservazioni
personalissime: solo barriere di ingresso</b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Prima perplessità: perché iniziare da un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">di cui</i> della sharing economy (l’home
resturant) e non pensare ad una regolamentazione della sharing in generale?
Perché il fenomeno è liquido, e il legislatore non ha strumenti per gestirlo.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Fermo restando che la tracciabilità dei pagamenti sia
necessaria quale forma di contrasto all’evasione fiscale, il testo è<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sì un riconoscimento dell’attività di home
resturant ma è miope, non centrato rispetto al fenomeno in generale e che non
coglie correttamente il tema del contrasto alla “concorrenza sleale”.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Pagamenti solo elettronici: se il presupposto è il contrasto
all’evasione allora questo principio deve valere per qualsiasi attività commerciale
o professionale, senza possibilità di contanti neppure per 50 centesimi. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Perché altrimenti il legislatore assume che
la sharing economy sia sinonimo di evasione fiscale</b>. Ecco, usiamo la sharing
economy per elevare gli standard degli altri: facciamo sparire i contanti. Per
tutti.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Le associazioni di categoria: invece di creare un’alleanza
hanno scelto lo scontro, non comprendendo la spirale involutiva a cui questo
atteggiamento li condannerà. Avrebbe potuto essere l’occasione per chiedere
degli allentamenti, ma no: meglio difendere le caste anche a costo di
continuare a sostenere vincoli assurdi e commerci illegali di licenze. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Mi sarei aspettata più strategia da parte
loro</b>.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Divieto di accoppiare più forme di sharing economy, nello
specifico l’home resturant con l’ospitalità. Perché? <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Se possiedo una piccola pensione, non posso forse aprire anche un
piccolo ristorante?</b> Qual è il senso della norma? Il numero delle licenze?</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Concorrenza sleale: passiamo alle vendite on line. I
prodotti costano di meno, a volte molto di meno, e vengono consegnati dove più
è comodo. Direi, con gli occhi del legislatore, che siamo di fronte ad un evidente
caso di concorrenza sleale. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Peccato che
siano gli stessi negozi a pubblicizzare i loro stessi prodotti sui loro siti
web a costi inferiori</b> (La Feltrinelli, Mediawords, Euronics, catene
alberghiere anche di lusso e molti altri). <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Cosa
è, oggi, la concorrenza? </b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Abitabilità: è di tutto buon senso richiedere che le
attività di home resturant si svolgano in abitazioni che abbiano l’abitabilità.
Peccato che la maggior parte delle abitazioni regolarmente vendute e pagate con
regolari mutui bancari questa certificazione non ce l’abbia. Facciamo in modo
che <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">la norma di riferimento venga
applicata correttamente in tutti gli ambiti previsti</b> e che questo vincolo
(ripeto: assolutamente sensato) non sia il modo di creare delle barriere
d’ingresso ad un mercato.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
Per riflettere</div>
<div class="MsoNormal">
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<br />
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<br /></div>
Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-51069209453344847892016-03-10T12:34:00.001+01:002016-03-10T12:34:52.679+01:00Il welfare aziendale delle PMI in Italia: il Welfare Index <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOIjMfsFQ3hTYEwUmOaNX1FIb6YMsJKXwCaYcARyyPqejz7oeSOC_QgeehH-b2qOiYTZb-GFrpj_rtIOa7Vy8XpiPxOprhOh4QTydWT4Bu95M-it7CfSHHcVtPmcLeE9-857jap18q3y4/s1600/_MIS5003.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOIjMfsFQ3hTYEwUmOaNX1FIb6YMsJKXwCaYcARyyPqejz7oeSOC_QgeehH-b2qOiYTZb-GFrpj_rtIOa7Vy8XpiPxOprhOh4QTydWT4Bu95M-it7CfSHHcVtPmcLeE9-857jap18q3y4/s400/_MIS5003.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Enea Dallaglio di Innovation Team illustra i risultati dell'indagine</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Grandiosa presentazione a Roma della prima edizione del Welfare Index PMI. Erano anni che non assistevo ad un bell'evento in cui non c'è sfarzo ma puntigliosa cura del dettaglio (ma una cosa mancava: l'# ufficiale per agganciarsi alla diretta Twitter, la conversazione che stava nascendo sui social. Di mia iniziativa ho messo #welfareindexpmi... troppo lungo ma almeno ci siamo trovati!).<br />
<br />
Ma si passi al punto e cioè all'analisi del welfare aziendale così come inventato, interpretato e rappresentato dalle PMI (una cosetta da niente: solo l’80% della forza lavoro del Paese e basta questo per capire quanto pesi su questa fetta il mondo agricolo, qui rappresentato da Confagricoltura) e a breve sostenuto grazie al regolamento attuativo della legge di stabilità 2015 che prevede importanti novità per le imprese che investono in questo settore aziendale.<br />
<br />
Perché investire in welfare aziendale?<br />
Perchè banalmente, come spiega Philippe Donnet CEO di Generali Italia, con il welfare aziendali vince il lavoratore, l'azienda, la comunità e il Paese. I dipendenti vedono aumentare il proprio reddito reale e beneficiano di molte iniziative di conciliazione; le aziende guadagnano fedeltà e produttività (ma questa fedeltà tanto decantata davvero conta qualcosa? mi spiace non averla mai sperimentata sulla mia pelle sia in prima persona - ok, se ci lasci avrai fatto le tue valutazioni- che verso i miei colleghi- io piango per il turn over oltre una certa soglia di sostenibilità, ma interessa solo a me! In genere si volta pagina e tanti saluti, tanto rimaniamo connessi su Linkedin...); ci guadagna la comunità locale - immagino soprattutto nelle piccole comunità- che riescono ad usufruire di maggiori servizi ed interventi (molto spesso il welfare aziendale si traduce in interventi di recupero urbanistici) e ci guadagna l'Italia: se le PMI stanno meglio ne giova tutto il sistema.<br />
certamente la spinta verso il welfare aziendale nasce dal buon senso dell'imprenditore, ma per crescere in modo utile occorre strutturarlo. Anche perché una delle sue caratteristiche è di nascere in maniera non negoziale, sono cioè atti unilaterali che non passano attraverso la contrattazione sindacale o di altro tipo. Ma questo è spiegato da molti con il fatto che il nelle PMI ma trattativa è più semplice, avviene in conversazioni che possono svolgersi al supermercato quando un imprenditore o un dirigente incontra un collega che prima di tutto è un "compaesano". Vabbè, questa non l'hanno detta loro ma la porto io come esperienza diretta di quando lavoravo in un centro di 26.ooo abitanti e mi capitava di avere le conversazioni più interessanti e proficue di fronte all'area latticini ed insaccati...<br />
<br />
L'indagine è stata condotta su 2.140 aziende dei tre settori produttivi (industria, commercio e servizi e agricoltura) e curata da Innovation Team.<br />
I risultati sono prevedibili, le aree in cui le PMI risultano attive sono le tre classiche:<br />
<b>1 - Iniziative per la gestione del personale</b>: formazione e sostegno alla mobilità (64,1%), assicurazioni per dipendenti e famiglie (53%), sostegno economico ai dipendenti (46,2%)<br />
<b>2. Iniziative classiche di welfare complementare</b>: previdenza integrativa (40,4%), Salute (38,8%), sicurezza e prevenzione (38%)<br />
<b>3. Iniziative più innovative</b>: pari opportunità e sostegno ai genitori (18,5%), welfare allargato al territorio (15%), integrazione sociale (14,1%) e conciliazione vita lavoro (4,9%)<br />
<br />
E anche la classificazione è prevedibile<br />
<br />
<ul>
<li>“<b>Vita e lavoro</b>” (21% del totale), le imprese con rilevanti iniziative nelle aree della conciliazione vita e lavoro, del sostegno alle pari opportunità e ai genitori;</li>
<li> “<b>Inclusivi</b>” (9,5%), le imprese più attive nelle aree della integrazione sociale e delle iniziative di welfare allargate al territorio;</li>
<li> “<b>People care</b>” (10,8%), le imprese con iniziative concentrate soprattutto nelle aree della gestione delle risorse umane e dei fringe benefit;</li>
<li> “<b>Attuatori</b>” (48%), aziende attive in diverse aree del welfare aziendale che però prevalentemente applicano quanto previsto dai contratti nazionali di categoria;</li>
<li> “<b>Beginner</b>” (10,7%), imprese che sono nella fase iniziale di esperienza del welfare aziendale.</li>
</ul>
<br />
<b><span style="color: blue;">Ciò che non era prevedibile è che fossero TUTTE attive. </span></b><br />
Tutte.<br />
A vari livelli, ovvio. Tutto il mondo delle PMI si è seriamente posto il tema del welfare aziendale e molte quello della previdenza sanitaria e d assicurativa, considerata - nelle parole di alcuni imprenditori presenti- come un aspetto non più correlabile al benefit aziendale ma come essenziale nella contrattualizzaizone.<br />
Le PMI hanno visto e vissuto, e continuano a farlo, gli effetti neri della crisi e -secondo me- l'assenza dello Stato non solo a livello centrale ma anche locale. Le risorse che calano, le certezze che svaniscono, la burocrazia, la difficoltà di erogare anche un solo euro in più a beneficio della cittadinanza.<br />
Per l'imprenditore l'azienda è la vita della propria famiglia e tutto deve essere fatto per salvarla.<br />
Ok, non sono tutti santi, ma quelli raccontati lo scorso 8 marzo sono veramente persone che si sono rimboccate le maniche, non c'è dubbio, e non sono i soli.<br />
Ricostruzione della scuola materna e costituzione di una squadra di calcio (Panzeri), una onlus interamente finanziata dall'azienda per la gestione dei migranti arrivati nella comunità (Lurisia), appartamenti ad affitto calmierato per i lavoratori (Socfeder), politiche di conciliazione all'ennesima potenza (Rusconi Viaggi), assunzione di intere famiglie (Agrimad).<br />
Alberto Baban, Presidente Piccola Industria Confindustria, lo ripete: il welfare aziendale non è e non potrà mai essere sostitutivo di quello dello Stato.<br />
Va bene, non sostitutivo ma integrativo si. E allora l'Italia vivrà l'ulteriore frattura di chi sta dentro e chi sta fuori, di chi non sta nel pubblico e nemmeno nel "privato buono e responsabile" e ad essere fuori siamo veramente in tanti, troppi.<br />
<br />
<br />
<br />Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-72019842174738860322016-02-19T14:20:00.000+01:002016-03-10T11:31:03.078+01:00A cosa non serve Linkedin<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNml38J1od2gx3wqB_5l5_wOsGgzW8HhURCl0E1R3rwGJCxMCAK7mrSw1W2HX4HSf0roNpj_sU8VWSJjElcanv6MqFXVbJlhrbSNXeAGTBE5PXP6RJ_-RzXf4SH8OGsxvogRwc3qe0Bnk/s1600/download.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="194" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNml38J1od2gx3wqB_5l5_wOsGgzW8HhURCl0E1R3rwGJCxMCAK7mrSw1W2HX4HSf0roNpj_sU8VWSJjElcanv6MqFXVbJlhrbSNXeAGTBE5PXP6RJ_-RzXf4SH8OGsxvogRwc3qe0Bnk/s320/download.png" width="320" /></a></div>
Si scrivono in continuazione post e articoli su come trovare lavoro con Linkedin, come costruire una personal brand reputation sui social, cosa scrivere e cosa non scrivere per apparire interessanti ("essere" sarebbe meglio? vabbè: valorizzarsi) ma niente sulla minima etichetta da seguire su un social che nasce per connettere competenze professionali, non solo per trovare lavoro ma <b><span style="color: blue;">soprattutto per trovare lavoro in Italia, visto che solo il 15% delle posizioni sono in chiaro e che tutto, TUTTO, gira su passaparola: dalla baby sitter all'AD.</span></b><br />
<br />
Per quanto mi riguarda consulto i profili delle persone con cui ho a che fare nel mio lavoro, sia per verificare le competenze dichiarate sia per trovare un terreno di dialogo comune. Si lavora: non si deve mica diventare amici per forza!.<br />
<br />
Ecco perché detesto profondamente l'utilizzo (forse solo italiano? non lo so) che si fa di Linkedin e cioè la vetrina.<br />
Post rilanciati a caso, un media su cui far rimbalzare notizie generate altrove e non necessariamente in target per la comunità di Linkedin, aforismi, battute stupide, pubblicità sotto forma di interessanti convegni a cui partecipare.<br />
Ci sono dei gruppi in cui nessuno dialoga con nessuno ma tutti, o quasi tutti, postano le proprie iniziative certo per fare informazione ma soprattutto per portare acqua al proprio mulino.<br />
<br />
Passi che non si accettano le richieste di persone che non si conoscono o con cui non si condividono interessi o esperienze professionali, ma che vogliamo dire di quando provi a contattare qualcuno che magari il collegamento te lo ha pure chiesto, gli scrivi e non ti risponde? O se ti risponde lo fa settimane se non mesi dopo perché "<i>scusa, ma il messaggio gira su un indirizzo di posta che non uso e su Linkedin non entro quasi mai</i>". Quasi mai????<br />
<br />
Spesso nelle richieste di collegamento inserisco dei messaggi personalizzati, ma nessuno li legge e lo capisco perché dentro magari ci sono delle domande oppure semplicemente un "Ma che piacere ritrovarti!" a cui però nessuno, nell'accettare il collegamento, dà seguito.<br />
<br />
E allora a che dovrebbe servire Linkedin se non a sostenere lo scambio di informazioni, competenze e la nascita di networking? Linkedin è un social network...dice nulla questa parola??????<br />
<br />
Siamo un popolo di guardoni e voyeur e basta. Punto.Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-39003482295329130992016-02-15T15:30:00.001+01:002024-03-19T13:45:46.802+01:00Brooklyn: a novel by Colm Tóibín, a movie by John Crowley<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1UoY1asJC_pB82ZD629m0Q81GZkqWuP7hByeEbfiGgWZdgPf6SyHM6bwvOVq16VKEdxdfUSIVu6CMA_aqdAzc0JS7aeXyFVPyHruSCW1TbNzLVkQ1fSwEeosqoIBRt1XCwz4YBA8-iCg/s1600/0f39ac80774f569805b3507294b25ccc.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1UoY1asJC_pB82ZD629m0Q81GZkqWuP7hByeEbfiGgWZdgPf6SyHM6bwvOVq16VKEdxdfUSIVu6CMA_aqdAzc0JS7aeXyFVPyHruSCW1TbNzLVkQ1fSwEeosqoIBRt1XCwz4YBA8-iCg/s400/0f39ac80774f569805b3507294b25ccc.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: right;">Fonte: http://www.foxsearchlight.com/brooklyn/</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Si sa che se si legge prima il libro ci si resta male per come è stato girato il film, e che se si vede prima il film l'immaginazione di ciò che si legge sarà condizionata da ciò che si è visto.<br />
Eppure eccomi qui, a disquisire sulle differenze narrative e semiotiche di un libro che, letto in lingua inglese, mi ha letteralmente incollata fino alla fine. Specifico "in lingua inglese" perché credo che in italiano non sarei arrivata alla seconda pagina perché la trama è semplice e in una certa misura prevedibile. Prevedibile per me, perché è molto simile alla storia di mia madre che negli anni '60 ha lasciato il paesello per trasferirsi nella grande città in cerca di un futuro migliore, viveva in un convitto, lavorava e studiava per passare al lavoro in ufficio (e ce l'ha fatta) ed ha conosciuto un giovane idraulico che poi è diventato suo marito.<br />
<div>
<br />
<div>
Il romanzo di cui parlo è Brooklin scritto dall'irlandese Colm Tòibìn.<br />
<b><span style="color: blue;"><br /></span></b>
<b><span style="color: blue;">The novel</span></b></div>
<div>
La protagonista è Eillis, una ragazza che non decide nulla, passiva all'inverosimile, che quando compie delle scelte lo fa perché in qualche modo qualcun altro l'ha determinata a farlo, che non ha la forza di asserire alcunché. Il suo personaggio, nella penna di Tòibìn, è disarmante: nonostante sia la protagonista di un romanzo, nella realtà Eillis non è protagonista di niente. I due momenti topici della sua vita sono decisi dalla sorella Rose e dalla maligna Mrs Kelly.<br />
<br /></div>
<div>
Anche i momenti più deliziosi del racconto sono comunque indotti da volontà esterne alla sua o, peggio, dalla sua volontà di fuggire (nascondendosi) situazioni a lei imbarazzanti o "non convenienti" per una ragazza per bene. Devo dire che il personaggio è anche sconcertante: di fronte agli accenni di quanto avvenuto in Europa durante la seconda guerra mondiale Eillis dimostra di non saperne nulla. E quando ne parla con il suo fidanzato nota che Tony "diventa triste" e rimane triste per tutta la serata. Agghiacciante: Eillis non sapeva niente dell'Olocausto, non si pone domande e non pone domande su quella che ai suoi occhi rimane una strana reazione di Tony. Ma forse Tòibìn ha voluto utilizzare questo episodio per sottolineare la chiusura e l'isolamento culturale dell'Irlanda di quegli anni. Leggo infatti su svariate fonti che molti irlandesi non ne sapevano davvero nulla poiché l'Irlanda non ha avuto l'esperienza diretta sul proprio territorio delle atrocità della Seconda Guerra Mondiale. Per non parlare poi di come gestisce una probabile gravidanza e il rapporto con la Chiesa Cattolica (condiviso, peraltro, da Tony). E potrei continuare perché Eillis è un'esplosione di spunti da far cadere le braccia. Insomma: umanamente, un disastro di persona.</div>
<div>
<br />
Nel romanzo c'è una descrizione nuova degli immigrati italiani, finalmente raccontati come persone dedite al lavoro, che non si sottraggono alla fatica e che vivono il sogno di una vita migliore e piena di possibilità. Il giovane idraulico Tony sogna di aprire un'impresa edile con i fratelli, la famiglia Bartocci è proprietaria di uno dei negozi più importanti di Brooklyn, Miss Fortini supervisiona e corregge il lavoro delle commesse. </div>
</div>
<div>
Mi è piaciuto moltissimo trovare delle corrispondenze tra gli anni '50 a New York e gli anni '60 in Italia: ragazze molto attente al portamento, che si trasferiscono nelle grandi città per trovare un lavoro dignitoso, che studiano e che escono la sera per fare cose del tutto normali: il cinema, la cena, il ballo.</div>
<div>
La descrizione poi della gita domenicale al mare a Coney Island non ha nulla di diverso dalle gite domenicali al mare di Ostia che si facevano negli anni'60: stessa ressa sul trenino, stesse spiagge affollate, stessa voglia di divertirsi.<br />
Il finale, nel romanzo, suona come una condanna: la consapevolezza di rimpiangere per sempre per una scelta subita e decisamente non voluta.</div>
<div>
<b><span style="color: blue;"><br /></span></b>
<b><span style="color: blue;">The movie</span></b></div>
<div>
Il film (diretto dall'irlandese John Crowley e sceneggiato da Nick Hornby - niente meno che l'autore di Febbre a 90 e Alta fedeltà e che ha curato l'adattamento cinematografico di numerosi romanzi tra cui, ovviamente, i suoi) racconta, semplicemente, un'altra storia liberamente tratta dal romanzo di Tòibìn.<br />
<br />
A voler fare un confronto (inutile) si nota un procedere per tagli e salti nel difficile - e poco riuscito - tentativo di seguire una storia molto (troppo) ricca di dettagli e di momenti solo apparentemente secondari. Manca e si perde tutto lo sfondo di un preciso periodo storico vissuto dalla città di New York (giusto qualche accenno all'espansione urbanistica verso Long Island), dell'apertura ai clienti "colorati", sull'accoglienza dei superstiti Europei e lo spessore culturale di molti di loro subito messo a frutto per la costruzione di una nazione.<br />
<br /></div>
<div>
Tutta la prima parte del romanzo è condensata in pochi minuti di film; ne risulta un inizio decontestualizzato durante il quale si assiste ad un collage di ritagli e frammenti di storia appiccicati alla meno peggio.<br />
<br /></div>
<div>
Ciò che colpisce è però la totale riscrittura (revisione!) del personaggio di Eillis, interpretato da <b>Saoirse Ronan </b>(come si pronuncia!!!)<b>. </b>Nel film siamo di fronte ad una ragazza positiva, posata ma sufficientemente anticonformista, abbastanza assertiva al punto di dichiarare -con i pugni serrati- il suo nuovo nome (<i>My name is Eillis Fiorello</i>) cosa di cui nel romanzo non vi è la minima traccia di possibilità che ciò accada. Né potrebbe esserci. Nel film Eillis è volta in positivo, basti pensare alla tenerezza delle lettere scritte alla sorella Rose nella quai descrive Tony in un modo molto affettuoso.<br />
<br /></div>
<div>
Scompare del tutto la figura di Father Flood (<b>Jim Broadbent</b>), l'artefice della nuova vita di Eillis a Brooklyn, che nel film si limita a apparire senza un disegno preciso, e si sminuisce a mio avviso troppo la figura di Miss Fortini (interpretata dalla bellissima <b>Jessica Paré</b>).<br />
<b><br /></b></div>
<div>
Il personaggio più fedele è invece e senza alcun dubbio Tony, interpretato dal forse troppo basso <b>Emory Cohen</b>. Cohen è l'incarnazione perfetta di Antonio Fiorello, difficile pensare che qualcun altro avrebbe potuto interpretarlo meglio. Forse solo Di Caprio.<br />
<br />
Di tutta la prima parte, la scena migliore è a mio avviso quella del pranzo a casa Fiorello. Il ritmo del dialogo è verosimile e gli attori sono ben scelti. Azzeccatissimo, poi, il piccolo Frank (<b>James Di Giacomo</b>) che si esprime con la gestualità tipica di un italo americano da manuale. La scena, senza dubbio, è la sua.<br />
<br />
La seconda parte del film è più precisa (nel romanzo è anche quella più breve) e l'adattamento è migliore. Sono stati tagliati dei passaggi, non sono state raccontate delle situazioni eppure non si perde nulla nella coerenza della narrazione. è la parte che Nick Hornby ha probabilmente sentito più sua, più vicina forse anche dal punto di vista personale.<br />
Nel film, più che nel romanzo, appare la forte passione (voluta e cercata) tra Jim Farrel (<b>Domhnall Gleeson</b>) e Eillis, una passione che tuttavia non necessita di dettagli o di baci erotici. Le parole che Eillis rivolge a Jim sono piene di passione e di desiderio di stare con lui, di restare in Irlanda, di avere la vita che avrebbe voluto<br />
<br /></div>
<div>
<b><span style="color: blue;">And the Oscar goes to...</span></b><br />
Il film ha ricevuto tre candidature: passi per il miglior film (in fondo è una fotografia di un periodo molto inteso per la città di New York ed ha quindi un certo valore storico); passi per la miglior attrice protagonista (a Saoirse Ronan non si può dire assolutamente nulla) ma risulta davvero incomprensibile la candidatura per la migliore sceneggiatura non originale a Nick Hornby (o meglio: se non si considera da dove partiva Hornby allora sì, è una bella sceneggiatura).<br />
A mio avviso avrebbe meritato la candidatura per i migliori costumi perché non si limita a far indossare vestiti in stile anni '50, ma fa indossare vestiti anni '50 che proprio le ragazze come Eillis e i ragazzi come Tony avrebbero indossato, discostandosi dalle mise delle super fashion coinquiline Diana e Sheila, dagli eleganti ragazzi del rugby club di Enniscorthy.<br />
<span style="color: blue;"><b><br /></b></span>
<span style="color: blue;"><b>In definitiva</b></span><br />
La sceneggiatura prende solo spunto dal romanzo di Tòibìn; una trasposizione fedele avrebbe potuto farla solo un registra "molto europeo inside" e ne sarebbe risultato un film lento e introverso. Sarebbe comunque molto adatto ad una serie televisiva su Netflix, e allora sì che potremmo vedere la vera Eillis di Tòibìn ... con grave sconcerto di chi abbia visto solo il film.<br />
<br />
In ogni caso è un film piacevole, romantico, appassionato che ho già visto almeno quattro volte. E che rivedrò ancora.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Per saperne di più: <a href="http://www.foxsearchlight.com/brooklyn/"><b>http://www.foxsearchlight.com/brooklyn/</b></a></div>
Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-86926814626245074852015-12-23T18:49:00.001+01:002024-03-19T13:46:24.625+01:00Little talks - Of Monsters and men<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/ghb6eDopW8I/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/ghb6eDopW8I?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
<br />
Mia nonna ha passato gli ultimi anni di vita affetta dalla malattia di #Alzheimer.<br />
Che c'entra?<br />
C'entra che il testo di questa canzone mi riporta al periodo in cui le sue assenze mentali prendevano forma e lei tentava di contrastarle in un disperato ed inutile tentativo di aggrapparsi alla realtà.<br />
<br />
Cercando un po' di interpretazioni della canzone, visto che non mi risulta ci siano delle "versioni ufficiali" , penso che siano tutte sbagliate.<br />
<br />
<i>La voce maschile è quella che non esiste, quella che sta solo nella sua testa, e lei è una persona che non riesce più a muoversi nella casa che fino a quel momento le era così abituale e confortevole. Sta perdendo il contato con la realtà e quella voce sarà la sua unica ancora di salvezza. Ma la porterà in un'altra dimensione: quella della malattia e della demenza.</i><br />
<br />
Forse non è così, ma esattamente come di fronte ad un'opera di Pollock ci vedo e sono convinta di vederci un particolare significato così mirabilmente rappresentato e magari lui neppure ci pensava, colava il colore e basta, eppure io sarei disposta a pagare tutto l'oro del mondo per quel capolavoro e nessuno e nessuno mai potrà dimostrare che ho torto...così i #MonstersandMen hanno raccontato un pezzetto della mia storia e della mia famiglia.Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-4898736187151565592015-11-11T15:04:00.001+01:002015-11-12T10:04:52.398+01:00I vaccini, le ONLUS e la stampaRicevo tutte le settimane almeno una lettera per aderire alle campagne di raccolta fondi di qualche grande onlus.<br />
Noto che quelle impegnate nei paesi in via di sviluppo chiedono principalmente denaro per le vaccinazioni. Anche importi minimi consentono un' incredibile quantità di vaccinazioni. Non manca poi quasi mai la foto di un bambino (sorridente, in braccio alla mamma, oppure spaventato e denutrito).<br />
Noto queste richieste dandogli una nuova chiave di lettura: in questi mesi sta imperversando la campagna pro o contro i vaccini e non se esce perché la minoranza contraria è molto chiassosa e le stupidaggini si susseguono sui social dove - è risaputo - in pochi vanno poi a verificare le fonti citate.<br />
Ecco un bell'articolo di WIRED: <b><a href="http://www.wired.it/scienza/medicina/2015/11/06/vaccini-serve-trasparenza-per-contrastare-bufale/" target="_blank"><span style="color: blue;">Vaccini, serve più trasparenza per contrastare le bufale</span></a></b><br />
<br />
Detto questo mi stupisce davvero molto il silenzio di quelle stesse ONLUS/ONG su questo tema: da un lato battono cassa sul sacrosanto dovere di contribuire alla vaccinazione di migliaia di bambini (e io sono in prima fila su questa battaglia), dall'altro in Europa -o quanto meno in Italia, ammetto di non essere molto informata- fanno finta di nulla.<br />
<br />
Forse sono troppo vittime delle black list del settore farmaceutico e dovrebbero decisamente decidere di farci pace. Per moltissime ONLUS/ONG anche solo sedersi ad un tavolo assieme ad una Big Pharma corrisponde ad un'onta che non potrà mai essere lavata. Salvo poi chiedere la cessione gratuita per la produzione di vaccini.<br />
<br />
Ma se non intervengono loro in questo dibattito quasi perdutamente fuori controllo ma chi dovrebbe intervenire?<br />
Si, si: il Ministro, i medici, i pediatri, le famiglie...ma loro, le onlus - le terze parti per eccellenza in questo dibattito- metterebbero davvero tutti a tacere.<br />
<br />
Se chiedi i soldi per vaccinare dal morbillo migliaia di piccoli che rischiano di morire per una malattia che tutti - scioccamente- in Italia abbiamo declassato a "innocua", perché non intervenire per dire alle mamme italiane: ma che cavolo state facendo? Lo sapete che in alcuni paesi il morbillo è la prima causa di morte infantile? E che fino a pochi decenni fa anche qua la malattia mieteva vittime?<br />
<br />
Ma soprattutto: ci può essere nel mondo un giornalista italiano che faccia la domanda giusta alla persona giusta e crei un filone di dibattito vero e costruttivo???<br />
Cavoli: possibile che nessuna redazione abbia pensato di intervistare una ONLUS/ONG su questo tema?Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-8528331148265383672015-10-23T08:37:00.002+02:002024-03-19T13:48:45.904+01:00#saverummo: basta dire #grazieLeggo questo articolo e sono scioccata dal suo contenuto:<br />
<br />
<a href="http://stradeonline.it/stradedelcibo/1463-pasta-alluvionata-quando-la-solidarieta-dal-basso-manca-il-bersaglio" target="_blank"><span style="color: blue;">Pasta alluvionata: quando la solidarietà dal basso manca il bersaglio</span></a><br />
<br />
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px;">
Insomma: siamo stati tutti dei cretini a sostenere la campagna <a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/saverummo?source=feed_text&story_id=912296602185502" style="color: #3b5998; cursor: pointer; line-height: 19.32px; text-decoration: none;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl" style="color: #627aad;">#</span><span class="_58cm">saverummo</span></a>.</div>
<div style="background-color: white; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px;">
<span style="line-height: 19.32px;"><span style="color: #141823;">Questo continuo spostamento dell'asse della riflessione non lo digerisco più: il problema è sempre un altro rispetto a quello che una persona pone; la soluzione è sempre un'altra rispetto a quella trovate; la verità si trova sempre da un'altra parte rispetto a quello che si era pensato e creduto e su questa base agito. insomma....</span><span style="color: red; font-weight: bold;">"<i>il punto</i>" è sempre un altro, come nei dibattiti politici</span>:<span style="color: red; font-weight: bold;"> </span><span style="color: #141823;">è una tecnica che si chiama bridging utilizzata per ribadire i propri messaggi chiave a scapito del VERO tema della conversazione.</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px;">
<br />
Dopo un articolo come que<span class="text_exposed_show" style="display: inline;">sto mi sento stupida ad aver supportato la campagna <a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/saverummo?source=feed_text&story_id=912296602185502" style="color: #3b5998; cursor: pointer; text-decoration: none;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl" style="color: #627aad;">#</span><span class="_58cm">saverummo</span></a> , penso solo a cancellare il più velocemente possibile qualsiasi traccia del mio supporto sui social, mi sento stupida per essere cascata in un equivoco così benevolo e sento di essere stata ripresa o bacchettata per un'azione semplice e spontanea.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px;">
<span class="text_exposed_show" style="display: inline;"><br /></span></div>
<div class="text_exposed_show" style="background-color: white; display: inline; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px;">
<div style="color: #141823; margin-bottom: 6px;">
Se non ci fosse stata Rummo, purtroppo, non si sarebbe proprio parlato dell'alluvione nella zona industriale di Benevento: alzi la mano chi sapeva che a Benevento ci fosse una zona industriale di rilievo e soprattutto alzi la mano chi sapeva che la pasta Rummo è di Benevento. Io non lo sapevo, per me stava in Molise. Cosa sarebbe accaduto senza la campagna social dal basso? Qualche passaggio televisivo e poi chi se ne frega.<br />
Spunti per la comunicazione in generale.<br />
A volte basta dire semplicemente GRAZIE e accogliere umilmente quello che ne viene.</div>
<div style="margin-bottom: 6px;">
<b><span style="color: red;">E infatti, per fortuna (perché abbiamo tutti temuto che non accadesse) la Rummo risponde così: </span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; color: #141823; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmgHX4jlTOg3AmPdAI22vPx2_DsK4EcPx1BDtqCqJ8rXUw8EmUuWS5OK9yOrLOnvPnHMQ4sGYMR52-QiNLyvrWByuVDrY9kE6fYK96kK3aBcvHuWgYxmheRxAXevmaTgpxA5RY0ul29V4/s1600/rummo_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmgHX4jlTOg3AmPdAI22vPx2_DsK4EcPx1BDtqCqJ8rXUw8EmUuWS5OK9yOrLOnvPnHMQ4sGYMR52-QiNLyvrWByuVDrY9kE6fYK96kK3aBcvHuWgYxmheRxAXevmaTgpxA5RY0ul29V4/s320/rummo_n.jpg" width="244" /></a></div>
<div style="color: #141823; margin-bottom: 6px;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 6px;">
<span style="color: #141823;">E rilancia, facendosi carico del Sannio e quindi -grazie al suo brand- farsi carico della comunicazione a favore della zona colpita dalle alluvioni per lanciare il </span><span style="color: blue;">#rummoforsannio</span><br />
<div style="color: #141823;">
<br /></div>
<div style="color: #141823;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; color: #141823; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYjmsoDZHNFpMpmOTvzQxRKdzve4vYnh_vcewAwsljbMUG5yFAQeWcSCg39GWHKJ_Aj4aQjL5FeMIGVdwZr5DRbiti4swbvS-cHkhNfcNlL56OKyKP-NEbe-FMRVFEtCKczibatd9-6Fk/s1600/11224721_881948225234787_4679089145932454024_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYjmsoDZHNFpMpmOTvzQxRKdzve4vYnh_vcewAwsljbMUG5yFAQeWcSCg39GWHKJ_Aj4aQjL5FeMIGVdwZr5DRbiti4swbvS-cHkhNfcNlL56OKyKP-NEbe-FMRVFEtCKczibatd9-6Fk/s320/11224721_881948225234787_4679089145932454024_n.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="color: #141823;">
<br /></div>
<div style="color: #141823;">
<br /></div>
<div style="color: #141823;">
Non siamo stati cretini.</div>
</div>
</div>
Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-80535871719956918612015-10-21T11:27:00.000+02:002015-10-21T11:27:07.976+02:00Dalla reputazione alla responsabilità: la sfida di PrioritaliaC'era davvero molta folla all'ingresso di EXPO sabato 17 ottobre e subito un tweet "tutti in fila per #Prioritalia" fa capire che l'atmosfera è quella giusta: si parte.<br />
A Cascina Triulza, il luogo dove in questi mesi si sono susseguiti numerosissimi incontri e dibattiti sul tema "Nutrire il Pianeta, energia per la vita", oggi si parla di un tipo molto particolare di energia: quella che il #managersociale può restituire alla società e al territorio in cui la propria azienda opera.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSjEUmvssTPS9Tm-1-8Vxw8PdtlIWcaNuAl9sEvQDXb_r9eUblyx5Rg4sg6IOj96QjSmchfouu3Jkvk5HVNgpbm8EryEg0So0ZI6fHIjHRUcj9Osnijj4XuNoDosOvAliI83iMXKw2kYQ/s1600/convegno_17ottobre.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSjEUmvssTPS9Tm-1-8Vxw8PdtlIWcaNuAl9sEvQDXb_r9eUblyx5Rg4sg6IOj96QjSmchfouu3Jkvk5HVNgpbm8EryEg0So0ZI6fHIjHRUcj9Osnijj4XuNoDosOvAliI83iMXKw2kYQ/s320/convegno_17ottobre.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<b><span style="color: purple;">Da reputation first a responsibility first</span></b><br />
<br />
I dati lo dimostrano: l'indagine condotta da Prioritali, Manageritalia e Osservatorio Socialis evidenzia che bel il 92% degli intervistati (400 manager iscritti a ManagerItalia) dichiara che essere manager implica una maggiore responsabilità sociale. Certo lo scandalo Volkswagen fa da sfondo a questa riflessione: essere responsabili significa non mentire o quanto meno se proprio una bugia è stata detta non perpetuare nell'errore ma cercare subito una soluzione. Almeno, questo è il mio punto di vista.<br />
Quindi sentire Marcella Mallen o meglio leggere dai tweet la sintesi del suo intervento "Stare nel mondo dentro la società." da la misura di cosa significhi realmente essere manager: una vocazione.<br />
<br />
Esagero? No, perché tanto è sotto gli occhi di tutti che lo Stato ha fatto un passo indietro, che la crisi continua e che sarà dura uscirne. Ma per uscirne prima occorre buon senso che poi è l'altra faccia della responsabilità.<br />
Interviene Enrico Loccioni, su di lui pochi tweet perché basta il nome per aprire tutta una serie di riflessioni sulla figura dell'imprenditore illuminato post olivettiano che fa del bene il suo business, al suo territorio e alla sua comunità (ma una comunità chiusa, che cresce i suoi giovani talenti, che sostiene certamente gli spin off ma che non da a nessuno la possibilità di entrare se ha già esperienza...almeno così si vocifera e bhè...non lo condivido perché nella società della globalizzazione la svolta non può essere la chiusura, per quanto illuminata possa essere e constatare che invece questo modello sia stato vincente mi fa un po' male).<br />
<br />
Da questo momento i tweet non mi aiutano più a capire cosa si stia dicendo, ma quanto appreso mi basta.<br />
<br />
<br />
Quindi: cosa è oggi la reputazione?<br />
Secondo me è Responsabilità. E un'Italia Migliore sarà solo quella che pone la responsabilità, la legalità, il rispetto delle regole alla base di qualsiasi suo agire. Si può fare.<br />
<div>
<br /></div>
Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-41062295825389234082015-08-06T11:45:00.001+02:002015-11-26T14:26:32.441+01:00Garanzia Giovani: lo stagista non pagato<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkDcUSJ_l7rlHfWikcB-e0cZRYUwPz7gUreqj9PnsdZIA-UraIhIrc2zYUsYa4b6qhniZ9FFrQy2-PWWhMihpEYFvxJaoNOJaE_hthmTyWk3ifISh2Mji6RqL6Mzdw40oLhqVL9LhE118/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkDcUSJ_l7rlHfWikcB-e0cZRYUwPz7gUreqj9PnsdZIA-UraIhIrc2zYUsYa4b6qhniZ9FFrQy2-PWWhMihpEYFvxJaoNOJaE_hthmTyWk3ifISh2Mji6RqL6Mzdw40oLhqVL9LhE118/s400/images.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
Il nostro stagista è un ragazzo molto determinato ma non ha alcuna esperienza lavorativa, si è laureato da poco. È laureato in economia e commercio ed è venuto nella nostra agenzia senza sapere molto bene cosa l'avrebbe atteso... o così suppongo visto che non aveva idea di cosa fosse "<i>lorem ipsum</i>".<br />
<br />
Lo stagista mi ha spiegato (a maggio) che ha accettato di venire da noi perché qui c'era la certezza della retribuzione e che lui non avrebbe MAI e poi MAI accettato di lavorare gratuitamente come invece molti suoi compagni stavano facendo.<br />
<i>Cavoli</i>, ho pensato, <i>guarda la nuova generazione come è cazzuta...io lavoro per 800 euri al mese + <a href="http://19mesi.blogspot.it/2014/08/come-ho-speso-gli-80-euro-di-matteo.html" target="_blank"><span style="color: blue;"><b>gli 80 di Matteo</b></span></a>...</i><br />
<br />
Il nostro stagista è molto deluso perché sta qui con Garanzia Giovani, programma di grandi speranze per migliaia di giovani ma che sta buttando l'acido fosforico sulle speranze dei giovani.<br />
Perché?<br />
Perché il pagamento dello stage avviene con molti, molti mesi di ritardo.<br />
Perché?<br />
Salto nuovamente dalla sedia quando cerco di capire e lo stagista mi svela l'impiccio: io pensavo che Garanzia Giovani rimborsasse la retribuzione dello stagista (e cioè intanto il datore di lavoro ti paga per poi essere rimborsato). Invece lo stagista non viene pagato dal datore di lavoro ma direttamente dall'INPS (o dalle Regioni, qui il rimpallo è notevole e non ho capito bene chi deve fare cosa). In pratica gli arriva un cedolino che il ragazzo si fa pagare in banca.<br />
<br />
Ma nessun datore di lavoro, di fronte all'evidente necessità di questi poveri stagisti (e fortunati! visto i numeri di quelli che pur con Garanzia Giovani stanno a spasso!!!) sta anticipando un euro a questi ragazzi.<br />
<br />
<span style="color: blue;">Insomma: il datore di lavoro riesce ad avere manodopera gratuita per un certo numero di mesi; certamente dovrà formare il nuovo arrivato ma se la cava affiancandolo agli altri dipendenti, non immaginatevi chissà cosa. Così riesce magari a seguire qualche consegna in più. Aumenta il lavoro ma non il costo di questo lavoro (che sostiene lo Stato) e così tiene i prezzi bassi. Ci guadagna solo lui.</span><br />
<br />
Il nostro stagista sta cercando un altro lavoro, stavolta retribuito veramente e a fine mese.<br />
<br />
Mi dispiace perché gli sto insegnando (credo) un po' del mestiere e so che sto perdendo tempo perché appena potrà se ne andrà e lo farà senza troppi complimenti.<br />
Farà bene.<br />
<div>
<br /></div>
Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-83820447590991174732015-06-15T16:08:00.006+02:002024-03-19T14:43:16.311+01:00Io non lavoro a percentualeNel terzo settore si lavora sempre più spesso gratis oppure a percentuale.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhG3Wra9ae8_lKfMJSHczr-8xe3byEKBnnBTLUEBoIu6fKXUziQoGuI2Sv0nyTi1v60eZqeBlDuT5hln9x-skD6Om4lgwxA4osVbKIt_cgv87vvDyTo-Ul2g_CgnoE0N63YeZpQ9M-DLZk/s1600/manifesto-zeroxcento.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhG3Wra9ae8_lKfMJSHczr-8xe3byEKBnnBTLUEBoIu6fKXUziQoGuI2Sv0nyTi1v60eZqeBlDuT5hln9x-skD6Om4lgwxA4osVbKIt_cgv87vvDyTo-Ul2g_CgnoE0N63YeZpQ9M-DLZk/s400/manifesto-zeroxcento.png" width="282" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Campagna di comunicazione di ASSIF contro il lavoro a % nella raccolta fondi</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<br />
Mi dispiace davvero tanto dover verificare che, di fronte alla necessità di dotarsi di persone altamente qualificate nel settore della raccolta fondi e della comunicazione, molte associazioni emergenti offrano compensi a percentuale.<br />
<br />
Il caso tipico è quello di una realtà molto promettente ma che in cassa non ha nulla.<br />
E che per sopravvivere, non essendo più sufficienti i fondi recuperati attraverso convenzioni o progettazioni, decide di avviare la creazione di una struttura (interna o esterna non si capisce) che <i><b><span style="color: red;">dovrà cercare da sola i soldi per pagarsi lo stipendio</span></b></i>.<br />
Questa è una follia.<br />
E mi da il voltastomaco perché manifesta un comportamento così poco etico da parte di un'associazione no profit, per definizione a fianco dei più deboli, che non si preoccupa minimamente del danno reputazionale che ne potrebbe venir fuori.<br />
Perché, in fondo, il terzo settore giustifica molti comportamenti scorretti con il perseguimento di un fine nobile in base al quale il fine giustifica il mezzo.<br />
Le modalità di sfruttamento o di disinteresse per la filiera produttiva a valle delle sue commissioni (spesso milionarie) sono in tutto simili a quelle tanto spesso rinfacciate al mondo profit.<br />
"Però noi lo facciamo per una buona causa", quante volte l'ho sentito dire.<br />
<br />
NO.<br />
<br />
E lo dico con<br />
<br />
<ul>
<li>le parole del mio mentore assoluto: Valerio Melandri: <span style="color: blue;"><b><a href="http://www.valeriomelandri.it/blog/wp-content/uploads/2007/04/compenso_fundraiser.pdf" target="_blank"><span style="color: blue;">qui il link ad un suo documento</span></a>.</b></span></li>
<li>con questa vecchia campagna per dire non al lavoro a % nella raccolta fondi di ASSIF: <b><a href="http://theway.uidu.org/storiedautore/io-non-lavoro-a-percentuale/#.VX7V6vntmko" target="_blank"><span style="color: blue;">io non lavoro a percentuale</span></a></b></li>
<li><b>c</b>on le FAQ della Scuola Romana di FR<b>: <span style="color: blue;"><a href="http://www.scuolafundraising.it/consulenza-sul-fundraising/faq-consulenza/" target="_blank">qui</a></span></b></li>
</ul>
<br />Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-1028479701384633542015-06-02T23:32:00.002+02:002015-06-02T23:40:12.932+02:00Cookie lawOddio...non credo di averci capito granché...ma insomma...<br />
Penso che questo blog utilizzi solo cookie di terze parti.<br />
Nei mie post, infatti, ci sono spesso collegamenti ad altri siti, video di Youtube che evidentemente rimandano a qualcosa che sta al di fuori del mio blog.<br />
Da quanto appreso questi collegamenti sono i cookie di terze parti (definizione dal deciso richiamo alla comunicazione di crisi: <i>l'utilizzo delle terze parti per salvare la reputazione del soggetto criticato</i>)<br />
Quindi caro lettore, se sei tra quei pochissimi che mi leggono sappi che se continui a navigare nel mio blog potresti incappare nei cookie di terze parti e quindi se per te va bene allora ok, se però non va bene allora abbandonami.<br />
Peccato, magari ne sarebbe uscito qualcosa di bello...Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-62418940846919596152015-05-18T12:16:00.001+02:002015-05-19T15:40:47.228+02:00Dentro una centrale nucleare: Open Gate di Sogin<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf-JuuMB45dsTRZOKSXrzW93miPDEMdsSJa-A84glmEGTWMggUjr8KJTbfxwx4l_pU9ZKd7Voih-nCOcX9g2ijTBXEi8AtMnJSUUg52UCoz_68PilaT1LR-owSnup3gu-4zfXaQCKCmwM/s1600/sogin.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="172" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf-JuuMB45dsTRZOKSXrzW93miPDEMdsSJa-A84glmEGTWMggUjr8KJTbfxwx4l_pU9ZKd7Voih-nCOcX9g2ijTBXEi8AtMnJSUUg52UCoz_68PilaT1LR-owSnup3gu-4zfXaQCKCmwM/s320/sogin.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Non potevo certo perdere l'occasione di entrare in una centrale nucleare!!!!<br />
E allora, anche per interesse professionale, ho partecipato ad Open Gate, iniziativa organizzata da Sogin nel quadro delle attività
di comunicazione volte a stabilire con la cittadinanza un confronto sereno.<br />
<div class="MsoNormal">
Open Gate si è svolta il 16 e il 17 maggio e per la prima
volta dalla loro costruzione è stato possibile visitare le centrali nucleari (o
quello che ne resta, nel caso di Latina) italiane.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
L'iniziativa è andata in sold out in pochissimo tempo e
penso che ne abbiano approfittato sopratutto i parenti di persone che vi
lavorano, e sarebbe del tutto normale.</div>
<div class="MsoNormal">
Io, invece, sono andata assieme a mio figlio e alla mia
amica Laura.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Vedere la centrale di Latina ha suscitato molte riflessioni
ma soprattutto mi ha tolto molti dubbi circa il destino delle scorie nucleari.</div>
<div class="MsoNormal">
Un applauso, quindi, ai ragazzi e ai tecnici che hanno accompagnato
il mio gruppo e che di fronte all'affermazione di un partecipante secondo il
quale "anche le lastre sono radioattive" non hanno battuto ciglio e
hanno spiegato perché ciò è impossibile.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Insomma, bando alle ciance: la questione è questa.</div>
<div class="MsoNormal">
Le centrali sono andate in dismissione dopo il referendum
del 1986.</div>
<div class="MsoNormal">
<span style="color: red;"><b>Chiuse o non chiuse, queste centrali hanno comunque prodotto
dei rifiuti. Che ci facciamo? dove li mettiamo? moriremo tutti radioattivi?</b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Anzitutto la notizia più incredibile è stata questa: la centrale di Latina è stata costruita tra il 1958 e il
1963: <b>13 anni dopo la fine della II guerra mondiale l'Italia esprimeva il
primato assoluto della tecnologia nucleare</b> se consideriamo che all'epoca la
centrale di Latina era la più grande d'Europa. C'è di che esserne orgogliosi.</div>
<div class="MsoNormal">
Altra notizia choc: ne deriva che Latina è stata in funzione
per circa 20 anni. E giuro che io non avevo <b>mai neanche lontanamente pensato
che l'Italia avesse avuto una storia di produzione di energia nucleare.</b></div>
<div class="MsoNormal">
A dirla tutta io ero assolutamente certa che in Italia
esistesse solo Montalto di Castro, che tra altro -scopro- non è stata mai messa in
funzione...e non solo io!!!</div>
<div class="MsoNormal">
Ecco la centrale di Latina. in rosso si vedono i passaggi della CO2 con cui veniva raffreddato il nocciolo.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1G3uSzmvwhWyyT19Dnbf1zAxv3KnaNHiiafuO4am4Et_y_AI8FdMvel1GjjahjugXNSLJL2bmoYfaJBcCzfafjy9fdYC91RVE-kkMmWHKdEYCS7duEQM5OkKBQLfYxR2YqyECZ_mVADk/s1600/centrale+-593x443.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1G3uSzmvwhWyyT19Dnbf1zAxv3KnaNHiiafuO4am4Et_y_AI8FdMvel1GjjahjugXNSLJL2bmoYfaJBcCzfafjy9fdYC91RVE-kkMmWHKdEYCS7duEQM5OkKBQLfYxR2YqyECZ_mVADk/s320/centrale+-593x443.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
In corsivo le mie acutissime domande...</div>
<div class="MsoNormal">
<i><span style="color: red;"><b>Ma insomma che sono
questi rifiuti nucleari?</b></span><o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
Ci sono rifiuti e rifiuti: quelli che decadono dopo 50 anni
e che poi possono essere trasferiti nelle discariche comuni e quelli che invece
resteranno radioattivi for ever. </div>
<div class="MsoNormal">
I rifiuti non sono solo quelli delle centrali (il 60%) ma
anche quelli generati dall'attività di ricerca, diagnostica ed ospedaliera (il
40%)<br />
<i><b><span style="color: red;">Mi può fare un esempio?</span></b></i><br />
i guanti, le tute, tutto ciò che in qualche modo viene a contatto con gli elementi radioattivi.<br />
<i>Ah, io invece pensavo all'acqua usata per il raffreddamento...</i></div>
<div class="MsoNormal">
<i><b><span style="color: red;">E dove li mettete?</span></b><o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
C'è comunque da trovare un luogo in cui realizzare il
deposito nazionale di superficie. Una volta individuato il sito sarà realizzato
in soli 4 anni. <br />
<i><b><span style="color: red;">Si ma fino ad oggi...dove li avete messi?????</span></b></i><br />
c'era un accordo con l'Inghilterra con cui ancora oggi vige un accordo per il condizionamento dei materiali (<i>cioè separo la parte non più utilizzabile da quella che può essere riusata...non se butta niente manco qui</i>)<br />
<i><b><span style="color: red;">E gli altri? vedo che la Germania non ha depositi nazionali. Perché loro no e noi si?????</span></b></i><br />
Loro hanno usato le miniere di salgemma (<i>ah, io pensavo quelle di carbone</i>) e adesso stanno costruendo depositi di superficie anche loro.</div>
<div class="MsoNormal">
<i><b><span style="color: red;">Si, ma comunque lo sappiamo come vengono eseguite le opere pubbliche in Italia...chi mi assicura che poi quel deposito non "perde"?</span></b></i></div>
<div class="MsoNormal">
Perché nella filiera nucleare non è che i Paesi fanno come
gli pare, ci sono una serie di vincoli e controlli tali per cui il processo è
decisamente supervisionato. <i>Ammetto di non aver preso nota da chi.</i><br />
<i><b><span style="color: red;">Mmm...ma una volta individuate le aree dove potrebbe essere costruito il deposito che succede?</span></b></i><br />
Alcuni comuni potrebbero candidarsi e non è che poi in Italia i siti adatti siano molti. Non devono avere falde acquifere, non devono essere in una zona sismica (<i>Ok, Abruzzo e Umbria sono salve..</i>.)<br />
In Svezia le amministrazioni comunali fanno a gara per avere un deposito nel loro territorio perché questo determina investimenti e lavoro per la cittadinanza.<br />
<i>Ammetto di non aver chiesto che succede se nessuno si fa avanti...chissà...faranno l'estrazione?</i></div>
<div class="MsoNormal">
<i><b><span style="color: red;">Vabbè, peccato comunque perdere tutto il know how acquisito negli anni sul nucleare...almeno siamo diventati
leader nel decommissionig?</span></b><o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
Nei fatti si. L'Italia si è posta il problema dello
smantellamento a partire dal 1986, quando negli altri Paesi nessuno ancora si
era effettivamente posto il problema dello shut down. Oggi siamo sicuramente
tra i Paesi presi a riferimento e stiamo sviluppando dei protocolli
riconosciuti a livello mondiale.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
La visita ha previsto il giro nel deposito temporaneo (ci
hanno giurato che i fustoni che abbiamo visto erano vuoti e non radioattivi!),
la sala da dove veniva gestito il controllo della centrale (che ansia! Ho sentito l'odore della guerra fredda che comunque non c'entrava niente) e ciò
che resta del famoso nocciolo, l'unico in italia che aveva la grafite a
fungere da moderatore per rallentare la velocità dei neutroni.</div>
<div class="MsoNormal">
<br />
No, non moriremo radioattivi.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-20977129628565950172015-04-30T09:12:00.001+02:002015-04-30T13:28:11.970+02:00Legalità e trasparenza: ci pensa il digitale<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhK5aaITcxxH6th67xwepgN5VM323vi-xhXKNpYq0eKIimpKZuRKCFGsFtsVlbvaiBZb-8nETxOG2HYR10Xa0rI9Zo2mbJLw1h0YC1wE_5sgufvVjNp-oFrSY2OqAYCIW2z6KFfjDksQP4/s1600/logo.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhK5aaITcxxH6th67xwepgN5VM323vi-xhXKNpYq0eKIimpKZuRKCFGsFtsVlbvaiBZb-8nETxOG2HYR10Xa0rI9Zo2mbJLw1h0YC1wE_5sgufvVjNp-oFrSY2OqAYCIW2z6KFfjDksQP4/s1600/logo.png" height="110" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Interessante confronto al <a href="http://www.forumpublicaffairs.it/2015/programma/" target="_blank"><b>Forum Public Affairs 2015</b></a> organizzato da Comunicazione Italiana a Roma.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si è parlato di trasparenza, legalità e digitalizzazione.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La fa da leone l'INPS, un vero colosso dell'innovazione (e mio mito personale) che ha trasportato in rete la quasi totalità delle operazioni che fino a pochi anni fa richiedevano giorni di ferie, code interminabili, operatori scoppiati dallo stress del contatto con il pubblico, irrintracciabilità dei fascicoli. Adesso, e parlo per esperienza diretta, basta davvero un clic.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E bravo Renato Brunetta che nel 2005 ha riscritto il Codice dell'Amministrazione Digitale, e brava tutta l'INPS - vecchia e nuova guardia - che non ci ha pensato due volte a fare il salto. E fin qui ci siamo.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ma il resto della PA?</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Francamente mi è dispiaciuto ascoltare la Senatrice Lanzillotta che nei saluti iniziali ha tracciato un quadro in cui la digitalizzazione per il resto della PA serve essenzialmente a bloccare fenomeni corruttivi.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ce lo ha poi spiegato meglio l'Onorevole Coppola (non proprio con queste parole): per digitalizzare un procedimento se ne deve indicare il processo, ogni fase, ogni tappa, insomma un diagramma di flusso che - immodificabile- eliminerà alla fonte qualsiasi intervento distrattivo di origine umana.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ma si, i dipendenti pubblici sono una causa persa, non sono nemmeno le migliori menti del Paese che scelgono di andare a lavorare nella PA, e poi stanno sempre a dibattere su di chi è la responsabilità di quello che fanno.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ma con la digitalizzazione, però, la responsabilità scompare: ci pensa la macchina. </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Insomma: l'uovo di Colombo.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Attenzione: questo approccio de verticalizza la gestione del lavoro nella PA e lo rende orizzontale. Orizzontale significa che il concetto di responsabilità ne viene profondamente modificato e soprattutto la madre di tutti i mali, la responsabilità amministrativa appunto, viene ridistribuita.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Orrore.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Prevedo una nuova era di inceppamento di pratiche burocratiche.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Francamente, da studiosa di comunicazione pubblica che sono, MAI avrei pensato ad un uso così aberrante dello strumento e dell'opportunità offerta dalla tecnologia.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Già, perché, per dirla con l'Istituto Tiepolo che ha presentato una bella indagine sulla percezione della trasparenza da parte degli italiani "<b><span style="color: blue;">adesso che avete costruito la famosa casa di vetro, che ci mettete dentro?</span></b>"</span><br />
<br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Altro aspetto mirabilmente proposto da Maria Casiello, Presidente Organismo Unitario Avvocatura Italiana, che sottolinea come per gli avvocati (ma in generale per chi sta dall'altra parte della barricata) la norma sia sempre cogente, mentre per la PA la stessa norma può - per ragioni organizzative- non essere applicata (Per dirla con Oscar Giannino: uno stato tirannico asimmetrico).</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Esempio: adesso i fascicoli giudiziari vanno depositati elettronicamente, ma alcuni tribunali devono chiudere due pomeriggi a settimana per avere il tempo di scaricare la posta elettronica. I magistrati poi chiedono spesso una copia di cortesia cartacea di quegli stessi fascicoli perché hanno problemi a visualizzarli a video e spesso, aggiungo io, non hanno la carta per stampare.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La risposta gelata dell'On. Coppola è stata: ma veramente vogliamo credere che il problema siano i video? e quanto ci vorrà mai a comprare dei nuovi video? </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="color: blue;"><b>Qualcuno, per favore, spieghi all'on. Coppola che dal 2008 sono iniziati tagli lineari alla PA e che siamo in spending review/economia di guerra da almeno 5 anni. </b></span></span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Cascano le braccia. Si può essere così sconnessi con il resto del mondo?</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ma capisco anche che questo atteggiamento minimalizzante sia in realtà un meccanismo difensivo: se ammetto che c'è un problema...devo trovare la soluzione.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Capite bene che non se ne esce.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="color: blue;">Digitalizzare per evitare la corruzione, digitalizzare senza soldi</span>.</b></span><br />
<br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La quadratura finale, per fortuna, la mette Nicola Zingaretti che in occasione della presentazione dell'indagine Censis "Il Lazio ad EXPO" spiega che la Regione Lazio porterà la "banda larghissima" nelle campagne grazie ai fondi del POR: <span style="color: red;"><strong>geniale!</strong></span> sfruttare i fondi europei per lo sviluppo agricolo per portare la rete ovunque nel Lazio.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="color: blue;"><b>In questo modo non ci saranno più colli di bottiglia e tutti i cittadini e le PA delle zone rurali potranno avere finalmente connessioni veloci sinonimo di efficienza, competitività, innovazione</b></span>.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Grazie Nicola: avevo bisogno di sentire un rappresentate delle Istituzioni esprimere finalmente un concetto di senso che a fronte di un problema reale e diagnosticato propone e mette in atto una soluzione.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Non è che ci vuole tanto.</span>Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-81587396761542948052015-04-15T15:10:00.001+02:002015-04-15T15:11:19.560+02:00L'invidia di chi non ci prova<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3KFHH97qpZpG37JABDSAiPGZl6vhwXW7D7ToT13U5p_dSqqfy0DzduxRX57w1ZurHn1izUlZaZ2-0eeR0PaxkVl1OmY4cH0UsalpVmqhRDB3tjAnMfZrSdB67CYGnmJFRRzREI3Tcu20/s1600/869d7277f87433191b5b0cfc6a0e8d9c-1705-kmPI-U10402884545414bvD-455x180@LaStampa.it-Home+Page.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3KFHH97qpZpG37JABDSAiPGZl6vhwXW7D7ToT13U5p_dSqqfy0DzduxRX57w1ZurHn1izUlZaZ2-0eeR0PaxkVl1OmY4cH0UsalpVmqhRDB3tjAnMfZrSdB67CYGnmJFRRzREI3Tcu20/s1600/869d7277f87433191b5b0cfc6a0e8d9c-1705-kmPI-U10402884545414bvD-455x180@LaStampa.it-Home+Page.jpg" height="160" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">da <a href="http://www.lastampa.it/2015/04/15/italia/cronache/le-regioni-stop-ai-migranti-non-reggiamo-un-urto-cos-erARLYa6Erc97z90DSwofL/pagina.html" target="_blank"><span style="color: blue;"><b>lastampa.it</b></span></a></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Forse è proprio questo che ci da fastidio: il loro sorriso,
la loro forza di vivere e soprattutto la loro voglia di vivere.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Forse è solo invidia per chi sta cercando, e se è sbarcato
ci è quasi riuscito, di rifarsi una vita. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Certe volte "farsi una
vita", visto che alcuni nascono nelle navi della marina militare italiana,
e sono lì a ricordarci quanto sia grande il mistero della vita.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="color: blue; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>Si, ci devono stare proprio sui coglioni questi che quasi
quasi ce la fanno.</b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E allora ZAC gli tagliamo le gambe e quello che può essere
un paradiso (loro, per lo meno, in gran parte credono che lo sia) riusciamo a distruggerlo e a farlo diventare
un inferno.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Baracche, prostituzione, sfruttamento...cosa li aspetta in verità?</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Solo la speranza di andare ancora più in là, spostarsi ancora, raggiungere la Svezia o l'America.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Qui per loro già facciamo troppo: li salviamo invece di lasciarli annegare.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il nostro cuore si è impietrito; siamo disumanizzati di fronte al dolore troppo spesso spettacolarizzato.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="color: blue; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>Orrore, la loro felicità ci fa orrore.</b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Siamo oltre l'esperienza dell'egoismo, siamo oltre l'esperienza del disinteresse, siamo niente di fronte alla loro forza di vivere.</span></div>
<br />Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-88948862051358490332015-01-09T14:44:00.000+01:002015-01-27T15:44:01.810+01:00Gucci vale di più <br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8L7rPmN4jiGSRLwphoFWg5ZHKQ5803cm4S12vBX3b7nYOLzrL1SykFD9kB7oFU2JsO9-4z0z0RkfMEGz4SE49Vmzjlbfi7UAbJT8k_KnudJzAItquUxF8sJxI-GrEr_PQzL3yXDbiiFo/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8L7rPmN4jiGSRLwphoFWg5ZHKQ5803cm4S12vBX3b7nYOLzrL1SykFD9kB7oFU2JsO9-4z0z0RkfMEGz4SE49Vmzjlbfi7UAbJT8k_KnudJzAItquUxF8sJxI-GrEr_PQzL3yXDbiiFo/s1600/download.jpg" height="187" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Milena Gabanellli - Report, puntata del 21 dicembre 2014-</span></td></tr>
</tbody></table>
<br />
Mi occupo da alcuni anni di responsabilità sociale di impresa, CSR per dirla in inglese, e scrivo decine di proposte e poi finalmente qualche progetto diventa realtà per sostenere le aziende a sviluppare o a rafforzare le proprie attività di responsabilità sociale.<br />
Poi ci sono le indagini che dimostrano inequivocabilmente che l'impresa responsabile vale di più in borsa, che vende di più, che i consumatori la scelgono volentieri rispetto a quella ritenuta o valutata "irresponsabile".<br />
<br />
Allora facciamoci sopra comunicazione: se ti impegni ma non lo fai sapere allora perdi quote di mercato perché, e l'ho appena spiegato, se sei responsabile vendi di più.<br />
<br />
Addirittura perché non premiare fiscalmente le imprese responsabili? E già ne bandi pubblici iniziano a spuntare lievi meccanismi di premialità per chi dimostra di essere responsabile.<br />
Ecco la parola magica: <b>dimostrare</b>.<br />
<br />
<b>Si dimostra attraverso le certificazioni, un ammasso di carte che - e lo sanno tutti gli addetti ai lavori- dimostrano che la procedura è stata svolta correttamente. Ma la certificazione non va a vedere cosa c'è dietro alle carte...questo, semmai, spetterebbe ad altri. Chi?</b><br />
<b><br /></b>
Ed eccoci a Gucci e al famoso servizio di Sabrina Giannini che Report gli ha dedicato, a mo' di regalo di Natale, il 21 dicembre. <b><a href="http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-86a1bd15-9fae-4c9c-a32e-03ec1e6dd735.html" target="_blank"><span style="color: blue;">Eccolo qui</span></a> </b><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Negli ultimi tempi avevo sviluppato un'idea: che la nuova frontiera di una reale responsabilità sociale d'impresa sarebbe stato il <b>controllo della filiera</b>, e cioè soprattutto delle condizioni di lavoro e di retribuzione dei fornitori e dei lavoratori "in appalto". Ero già pronta con i nuovi progetti per i miei clienti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Ma l'indagine di Report dimostra (e senza scartoffie, con i fatti) che non è così.<br />
Se esiste un consumatore, di qualsiasi estrazione sociale ed economica, disposto a pagare 830,00 euro (ottocentotrenta!!) per una borsa, a questo consumatore non interessa nulla -e facciamocene una ragione- delle condizioni in cui questa borsa è stata realizzata.<br />
E basta questa considerazione a sminuire qualsiasi intervento di CSR e a rendere inutile l'impegno di Gucci nel settore.<br />
<br />
<b>Non credo che adesso che tutti sanno le condizioni di lavoro degli artigiani di Gucci (la situazione dei lavoratori della filiera del made in Italy in Campania tra l'altro era stata già denunciata da Roberto Saviano nel primo mirabile capito di Gomorra) le grandi star smetteranno di indossare Gucci; non credo che le super top model rinunceranno alla nuova campagna di Gucci; non credo proprio che la stampa negherà le inserzioni pubblicitarie alla grande maison. Non patirà alcun tipo di boicottaggio.</b><br />
<b>Non gliene frega un cazzo a nessuno.</b><br />
<b><br /></b>
<b><span style="color: red;">Ma per salvare il salvabile dovrebbero arrabbiarsi le aziende che invece la CSR la fanno sul serio e non mancano gli esempi (cito solo la Loccioni), o quelle che la CSR non la fanno perché la rispettano (e ce ne sono tante di multinazionali che non aprono questo fronte perché dicono che "se la fai, va fatta bene e devi lasciare il segno").</span></b><br />
<br />
Ma per ora Gucci vale di più dello sfruttamento, della riduzione in miseria di imprenditori e lavoratori.<br />
<b>Lo stesso consumatore che nelle indagini dichiara di preferire i prodotti realizzati da aziende responsabili è lo stesso che non rinuncia a Gucci.</b><br />
<b>Gucci vale di più.</b><br />
<b>Amen.</b><br />
<b><br /></b>
<br />
<br />
<br />Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-28344324684757923602014-08-28T14:59:00.001+02:002014-09-10T11:48:17.293+02:00Come ho speso gli 80 euro di Matteo RenziIo gli 80 euri li ho spesi così:<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtXGOqHMr6JUjiOgkBzj4igOrEyvgcxIPuprvQ97WNKYSAhPC5m4DtDg9nIkHDVXUwpL_9Pzr-6sJ0nKdlbQnc8B30XFhzQm0tSly0caIHeEa3H53dNKvxRyZQtasQshur3kusB2mBrMI/s1600/Benetton_bikini_estate_2014.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtXGOqHMr6JUjiOgkBzj4igOrEyvgcxIPuprvQ97WNKYSAhPC5m4DtDg9nIkHDVXUwpL_9Pzr-6sJ0nKdlbQnc8B30XFhzQm0tSly0caIHeEa3H53dNKvxRyZQtasQshur3kusB2mBrMI/s1600/Benetton_bikini_estate_2014.jpg" height="400" width="265" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;">Benetton - collezione mare 2014</span></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Il costume due pezzi: 69.00 euro<br />
E poi ho scialato pure: pareo a 29.00 euro<br />
<br />
Sì, per la prima volta in vita mia ho strappato la pagina pubblicitaria di Vanity Fair, sono andata nel negozio Benetton e ho dichiarato: "VOGLIO QUESTO".<br />
<br />
Mi sono voluta togliere uno sfizio: guadagno 838,00 euro al mese (davvero troppo poco per qualsiasi tipo di progetto personale o familiare) e gli 80 di Matteo mi hanno dato l'illusione di toccare quasi quota 1000.<br />
<br />
Per quanto mi riguarda: grazie Matteo!<br />
<br />Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-12977634149993729762014-07-24T14:55:00.000+02:002014-07-24T14:55:01.221+02:00La politica estera la fa il dettaglio: il biberon di PistelliTitolo irriverente, d'accordo.<br />
E' che sono veramente felice perché si è conclusa bene la vicenda di Miriam, la ragazza del Sudan che chissà cosa ha passato in carcere e chissà in che condizioni l'avranno fatta partorire. Che riesca a sorridere ancora è un vero miracolo.<br />
Come credo si un vero miracolo che sia viva, assieme ai figli e il marito e che sia qui in Italia. un Paese che sui "figli pezzi 'e core" non accetta alcun compromesso: ringrazio il cielo che almeno su questo non ci sia nulla da obiettare.<br />
E allora brava Federica Mogherini (Ministro degli Esteri), bravo Lapo Pistelli (Viceministro degli Esteri), bravi Matteo Renzi e moglie Agnese.<br />
<br />
Abbiamo davvero bisogno di buone notizie, ma di buone notizie vere che quando le leggi e vedi le foto tiri un sospiro di sollievo.<br />
<br />
E in termini di comunicazione faccio solo notare che la lezione della treccina del ministro Boschi (di cui ho parlato <a href="http://19mesi.blogspot.it/2014/05/la-treccina-del-ministro-boschi.html" target="_blank"><b><span style="color: blue;">qui</span></b></a>) ha davvero dato i suoi buoni frutti:<br />
<br />
<ul>
<li>Pistelli con il biberon in una mano e il bimbo in braccio: sei un grande!</li>
<li>Mogherini che gioca con il piccolo assieme ad un militare: sei una grande!</li>
</ul>
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY7Ppo8qfPX_muKTciMusl-VEqvYKXbUvhiNr4WibzOIwEmR52FelNHxWxZPaVH_FRuKqOdyLQ_cS35kfXLYZOLyMOWoq__buSgxRpmZO9OScFRLIQcxqlr8vTnVZm0rPbuwD1WRJvm1w/s1600/ansa_02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY7Ppo8qfPX_muKTciMusl-VEqvYKXbUvhiNr4WibzOIwEmR52FelNHxWxZPaVH_FRuKqOdyLQ_cS35kfXLYZOLyMOWoq__buSgxRpmZO9OScFRLIQcxqlr8vTnVZm0rPbuwD1WRJvm1w/s1600/ansa_02.jpg" height="303" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fonte: ANSA</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQSQoe4nMP6Hb2EsjrHCdSSg5R1k3z1F6PlVsiw9Ukys-0bJ2O25yMSgaTlGtM01Mw1b6X6FZAoHkP61lArPsPpM3gIpX4fW8Du52iz9XdIBjkqOH9tN8D80WGZm2qflq8iYTucRyoIEI/s1600/ansa_03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQSQoe4nMP6Hb2EsjrHCdSSg5R1k3z1F6PlVsiw9Ukys-0bJ2O25yMSgaTlGtM01Mw1b6X6FZAoHkP61lArPsPpM3gIpX4fW8Du52iz9XdIBjkqOH9tN8D80WGZm2qflq8iYTucRyoIEI/s1600/ansa_03.jpg" height="179" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fonte: ANSA</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhiFYAYps0LdLR6IOQkVtE9Oz6_9IqvE7IitgC-9-YfnTheiTj1YOri3YEL4AYEkBi22crQ5qzGwb1gsc9rwHdJY0uI_y8qHt7c8Y34Clrt-3w8ykd53m7sQpkUUkql-LLYl-eW8Q2xvw/s1600/ansa_04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhiFYAYps0LdLR6IOQkVtE9Oz6_9IqvE7IitgC-9-YfnTheiTj1YOri3YEL4AYEkBi22crQ5qzGwb1gsc9rwHdJY0uI_y8qHt7c8Y34Clrt-3w8ykd53m7sQpkUUkql-LLYl-eW8Q2xvw/s1600/ansa_04.jpg" height="254" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fonte: ANSA</td></tr>
</tbody></table>
<br />Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-52758461014358258532014-07-21T13:39:00.000+02:002014-07-21T13:39:10.591+02:00Sinceramente bugiardi: in scena con Debora CaprioglioLa mia prima intervista è stata con Debora Caprioglio e Francesco Branchetti, pochi minuti fa, ed hanno presentato lo spettacolo teatrale "Sinceramente bugiardi", in tournée estiva e poi anche invernale.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEJVaTMjYmWIda11MMOGjrshjrYatRbLN60ENsjsmosCb2mVgqGwG18dIPYX4hKELTQk9wBnwbGeT-ghIg8pf5y-htjdGpUF2jRERo-AOY9KplwFwAoPU_zFnu7hRXZK5shoh_kUqgw_Y/s1600/SINCERAMENTE-BUGIARDI-LOCANDINA1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEJVaTMjYmWIda11MMOGjrshjrYatRbLN60ENsjsmosCb2mVgqGwG18dIPYX4hKELTQk9wBnwbGeT-ghIg8pf5y-htjdGpUF2jRERo-AOY9KplwFwAoPU_zFnu7hRXZK5shoh_kUqgw_Y/s1600/SINCERAMENTE-BUGIARDI-LOCANDINA1.jpg" height="320" width="278" /></a></div>
<br />
Letteralmente buttata nella mischia della serie: tanto lo sai fare, no? mi hanno dato il microfono "filato" e viso a viso con gli artisti.<br />
4 domande frutto di uno studio serale senza precedenti: ma che gli chiedo? e se mi inciampo? e se sono artisti radical che vedono la pivella e si rifiutano? e se sono banale? Invece mi trovo davanti persone veramente squisite nei modi e nelle parole.<br />
Bella intervista, e non perché l'ho fatta io, ma perché sono state belle le risposte. Risposte che, e non è scontato, sono state attinenti alla domanda.<br />
Insomma: "Sinceramente bugiardi", commedia di Alan Aykburn scritta nel 1967 quando l'artista aveva solo 28 anni. Non era la sua prima commedia, ma è stata la prima ad aver avuto un successo senza precedenti fin dalla prima rappresentazione.<br />
Tradotta in tutte le lingue possibili racconta di tradimenti presunti o veri, equivoci e sincere bugie che vedono protagonisti due coppie e in cui Schila cerca un rifugio nella fantasia (ma sarà solo fantasia?) per sfuggire ad un matrimonio stanco ma al quale tiene ancora.Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-70194916897455792172014-07-14T16:28:00.004+02:002024-02-26T14:30:55.221+01:00Il salto del guado: diventerò pubblicista!Alla fine salto il guado: diventerò pubblicista.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/COsEP2bFuTA?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="color: blue;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: blue;"><b>"L'ultima minaccia" - 1952 - regia: Richard Brooks</b></span></div>
</div>
<br />
Tra due anni, se tutto andrà bene, mi iscriverò all'albo dei pubblicisti. E dopo 5 anni di iscrizione entrerò a tutti gli effetti nell'olimpo di quelli che possono fare concorsi nella PA che conta (se ce ne sarà ancora una...).<br />
<br />
Infatti non è che avessi tanta scelta: per lavorare nella comunicazione pubblica, qui in Italia, non basta avere le palle fumanti della perfetta relatrice pubblica ma serve anche essere iscritti all'ordine.<br />
<br />
Non gliene frega una emerita mazza a nessuno se i comunicati stampa che lanci sono copianti e incollati pari pari, qualche volta riportando i medesimi refusi (traditori di una assenza di controllo in redazione), nei quotidiani...mica solo quelli locali...eh eh eh (quanti aneddoti da raccontare); o se tu - da ufficio stampa- ragguagli i giornalisti sulla Carta di Treviso (della serie: se siamo in un comune di 6.000 abitanti e tu ti limiti a mettere il nome della minore con le iniziali puntate - anche se di fantasia- ... ma ci vuole un genio della polizia scientifica per capire che la poveretta verrà riconosciuta nel giro di un nano secondo e che la sua vita personale - già drammatica se finisce su un giornale- sarà ulteriormente segnata per il resto della sua permanenza in quel paese lasciandole come unica possibilità quella della fuga -se se lo potrà mai permettere??? A volte certe notizie potrebbero semplicemente non essere date).<br />
<br />
In ogni caso adesso capirò - spero- cosa significa fare selezione delle notizie in redazione, partecipare alle riunioni per costruire la scaletta (mi butto nel giornalismo televisivo con tanto di telecamerina in spalla); montare all'ultimo secondo utile e sparare in diretta senza aver visto nemmeno il risultato finale...mha, forse esagero...non è che entro nella sceneggiatura di "Prima pagina" o di "Quarto potere" o "è la stampa bellezza e tu non ci puoi fare niente": la redazione in cui lavorerò è piccolina e a modo. Tutto programmato.<br />
<br />
La mia direttrice pretende la verifica delle fonti estrema; non una parola che non possa essere supportata dai fatti; non un giudizio espresso a favore o contro: l'informazione deve essere principalmente neutra, obiettiva, verificata.<br />
Penso che mi ci troverò bene.<br />
Anche i "colleghi" (adesso anche io potrò dare del tu ai giornalisti) sono disponibili e mi hanno tutti accolta con grande entusiasmo.<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<b><span style="color: blue;">Lunedì la mia prima uscita: intervista in esterna a Debora Caprioglio. </span></b></div>
<div><br /></div><div><br /></div><b>Come è andata a finire</b>: la redazione con cui avevo iniziato è fallita e dalla sera alla mattina gli uffici sono stati smantellati. Mi ci sono voluti ben 8 anni per trovare una nuova testata presso cui svolgere la pratica e finalmente, nel 2023, ce l'ho fatta! <br />
<br />
<br />Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8919011705606858125.post-22530253794187153762014-06-26T12:25:00.001+02:002014-07-01T15:52:19.130+02:00Il Sindaco Marino e il Camper "Dillo al sindaco"<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ci vuole coraggio, lo ammetto.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E se poi alle segnalazioni dei cittadini seguissero i fatti sarebbe una bella operazione di reputazione.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sindaco: in bocca al lupo!</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">P.S. Certo per fare le cose a modo sarebbe utile avere il calendario delle tappe in anticipo, e non pubblicate volta per volta il giorno prima. Per di più se gli appuntamenti sono inseriti nella sezione "Attualità" del portale del Comune di Roma...la notizia è persa!</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E poi, sa come è Signor Sindaco: un cittadino si potrebbe anche voler organizzare. </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Forse sarebbe il caso di assumerli questi funzionari della comunicazione regolari vincitori di concorso...</span><br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyXXAcT1MfYdHwy9gPGlqivNpKgJwrOVt_afUrz6tGbkGW4L0jG1PkyJvZJB8Sl_pZGXfKus0jtxGlfc5BUXL2-C8QFcWXYz6pAzdKSPo0OP77DU_cX1SgSsjncqtlhoN9FIZCIyl2uac/s1600/lodico.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyXXAcT1MfYdHwy9gPGlqivNpKgJwrOVt_afUrz6tGbkGW4L0jG1PkyJvZJB8Sl_pZGXfKus0jtxGlfc5BUXL2-C8QFcWXYz6pAzdKSPo0OP77DU_cX1SgSsjncqtlhoN9FIZCIyl2uac/s1600/lodico.jpg" height="400" width="300" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">fonte: pagina Facebook di <a href="https://it-it.facebook.com/museando?filter=3" target="_blank"><span style="color: blue;"><b>Museando @Roma</b></span></a></span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Per saperne di più su come è andata il primo giorno ecco il link a Repubblica.it: </span><br />
<time datetime="2014-06-25" itemprop="uploadDate" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; color: #0099cc; display: block; font-family: Arial, HelveticaNeue-Light, 'Helvetica Neue Light', 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, 'Lucida Grande', sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px 0px 5px; outline: 0px; padding: 0px; text-transform: uppercase; vertical-align: baseline;"><br /></time><time datetime="2014-06-25" itemprop="uploadDate" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; color: #0099cc; display: block; font-size: 11px; margin: 0px 0px 5px; outline: 0px; padding: 0px; text-transform: uppercase; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">25 GIUGNO 2014</span></time><br />
<h1 itemprop="name" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; color: #333333; font-size: 22px; line-height: 24px; margin: 0px 0px 10px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">
"Lo dico al sindaco", il camper di Marino travolto dalle proteste</span></h1>
<span itemprop="description" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; color: #333333; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.00299835205078px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Esordio all'Esquilino del camper che dovrebbe raccogliere segnalazioni e proteste dei cittadini. Fuoco incrociato su Ignazio Marino: chi gli regala un libro di favole (quelle che il sindaco avrebbe raccontato), chi scoppia a piangere per la invivibilità del quartiere, chi grida al miracolo per l'insolita pulizia delle strade prima della visita del sindaco.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span itemprop="description" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; color: #333333; font-size: 13px; line-height: 16.00299835205078px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><br /></span>
<span itemprop="description" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; color: #333333; font-size: 13px; line-height: 16.00299835205078px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">per guardare il video: </span></span><br />
<a href="http://video.repubblica.it/edizione/roma/lo-dico-al-sindaco-il-camper-di-marino-travolto-dalle-proteste/170500/168989" target="_blank"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">http://video.repubblica.it/edizione/roma/lo-dico-al-sindaco-il-camper-di-marino-travolto-dalle-proteste/170500/168989</span></a><br />
<br />
<br />Marta http://www.blogger.com/profile/16054049751864977879noreply@blogger.com0